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La tutela della concorrenza nel settore del trasporto aereo, il caso Alitalia

Le conseguenze della fusione di Alitalia

Analizzando le caratteristiche della fusione si può già dedurre quale sia stato il comportamento anomalo avuto dall’Autorità antitrust italiana nei confronti della fusione di Alitalia/AirOne che ha portato alla nascita della nuova Alitalia. Perseguendo gli obiettivi delle politiche concorrenziali, quali la massimizzazione del TW cioè del Surplus totale, l’ Autorità avrebbe dovuto impedire tale operazione poiché aveva già ravvisato un possibile monopolio su alcune rotte, dato che già prima della fusione le due compagnie operavano in sovrapposizione soprattutto nel mercato domestico. Questa situazione di mercato ha generato due effetti che sono tipici del mercato monopolistico: l’ effetto distributivo e l’ effetto allocativo.

Nel primo caso si fa riferimento ad uno passaggio di benessere sociale che dalle “tasche” dei passeggeri passa a quello della compagnia generando un extra profitto per Alitalia. Il secondo effetto genera una distruzione di benessere sociale causata dalla riduzione degli scambi e misurata da una perdita secca di benessere(in questo caso dei passeggeri trasportati). Gli scambi non realizzati corrispondono a transazioni che prese singolarmente sarebbero di mutuo beneficio sia per i passeggeri che per Alitalia. La perdita secca rappresenta il valore sociale delle unità non prodotte, in eccesso sul rispettivo costo di produzione, per tutti quei consumatori che invece, in caso di monopolio, rimangono insoddisfatti. Entrambi gli effetti provocano uno “sviamento” delle risorse rispetto al loro utilizzo più efficiente e quindi una diminuzione di benessere sociale rispetto al first best ottenibile in condizione di perfetta concorrenza.

La conseguenza è una nuova compagnia detentrice di un monopolio con punte del 100% per alcune tratte e che limita o chiude la concorrenza definitivamente a nuovi operatori come ad esempio Lufthansa Italia che già opera su alcune rotte italiane ma non sulla Linate-Fiumicino e che in passato aveva mostrato segnali di interesse ad entrare nel su tale mercato.
Intervistata da Panorama la A.D. di Lufhtansa Alitalia dice: «Abbiamo chiuso la rotta Malpensa-Fiumicino perché non c’era un numero sufficiente di passeggeri, ora siamo pronti a fare i collegamenti con Roma da Linate» dice Heike Birlenbach, 43 anni, la manager tedesca che guida la Lufthansa Italia. «Attualmente c’è un unico operatore: l’Alitalia ha 38 voli quotidiani andata e ritorno. Noi puntiamo alla liberalizzazione degli slot e in ogni caso non è possibile che sulla rotta più trafficata d’Europa, la Milano-Roma, i passeggeri non abbiano diritto di scelta: i monopoli non sono più tollerabili».

Questo brano è tratto dalla tesi:

La tutela della concorrenza nel settore del trasporto aereo, il caso Alitalia

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Informazioni tesi

  Autore: Filippo Balleri
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Pisa
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Diritto Applicato - Consulente del Lavoro
  Relatore: Nicola Giocoli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 57

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