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La didattica delle soft skills con gli adulti sperimentata mediante un percorso formativo aziendale: Il Progetto Zaccheo

Le competenze soft

All’inizio degli anni '90 l’esercito statunitense, U.S. Army War College, coniò il termine V.U.C.A. (Volatile, Uncertain, Complex, Ambiguous) per rappresentare lo scenario mondiale che si stava delineando al termine della guerra fredda. La globalizzazione, i cambiamenti sociali, geo-politici e tecnologici, stavano cambiando anche le armi e le tattiche degli avversari. Per potersi difendere in modo adeguato da tali nuovi contesti, spesso imprevedibili, era necessario intervenire sulla leadership delle unità di comando per dotarla di un processo decisionale rapido ed efficace. L’11 settembre ha drammaticamente reso evidente anche al mondo civile la necessità di difendersi in modo differente rispetto al passato mentre la crisi finanziaria del 2008 ha fatto capire alle aziende che lo scenario del business mondiale era decisamente V.U.C.A. e cioè volatile, incerto, complesso, ambiguo.

Questa breve premessa vuole significare come le aziende si siano trovate nell’ultimo decennio nella necessità di adeguare le competenze delle proprie risorse e dei propri stili di business per far fronte ad un mercato del lavoro che rincorre i continui cambiamenti economici, sociali, tecnologici e politici.

Basti osservare le offerte di lavoro della maggioranza delle aziende nelle quali, indipendentemente dalla mansione ricercata, viene richiesto il requisito delle competenze cosiddette trasversali o soft skills.

Ma cosa vuol dire competenza soft? Oggi tutti ne parlano: formatori, addetti alle risorse umane e delle Agenzie del Lavoro, docenti universitari, psicologi del lavoro ed esperti economisti, eppure si fa ancora poco per far comprendere l’importanza di queste competenze che vengono precedute da un aggettivo “delicato” (Soft) che le rende distintive e le differenzia dall’altra categoria, denominata “hard”, che indica la conoscenza di una specifica materia e l’abilità ad eseguire un compito.

Le conoscenze specifiche oggi, a differenza di una decina di anni fa, sono quasi date per scontate e in ogni caso sono facilmente comprovate da certificati e titoli di studio. Le competenze Soft invece, come vedremo più avanti, non sono certificate e neanche ben visibili. Eppure sono ricercate e apprezzate dalle aziende di tutto il mondo che le considerano fondamentali in qualunque contesto e mansione lavorativa.

Un articolo del WEF (World Economic Forum) 1 pubblicato nel 2019 ha reso nota una indagine condotta da Linkedin effettuata tra 5.000 professionisti delle risorse umane e responsabili delle assunzioni, la quale ha rivelato che la tendenza più importante per avere successo nel lavoro nei prossimi anni è quella di possedere delle Soft Skills.

Interessante rilevare che il termine “soft” deriva anch’esso, così come VUCA, dall’esercito americano, fa la sua comparsa in un rapporto, reso pubblico di recente, sulle tecniche di addestramento del 1972 redatto dal Dr. Paul G. Whitmore dal titolo “Conarc Soft Skills Training Conference”, il quale afferma che le competenze soft sono quelle competenze che non hanno particolari relazioni con le macchine e che sono poco conosciute, mentre le competenze hard sono l’opposto. [...]

Questo brano è tratto dalla tesi:

La didattica delle soft skills con gli adulti sperimentata mediante un percorso formativo aziendale: Il Progetto Zaccheo

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Informazioni tesi

  Autore: Roberto Manuelli
  Tipo: Diploma di Laurea
  Anno: 2019-20
  Università: Università Telematica Pegaso
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze dell'Educazione e della Formazione L19
  Relatore: Francesco Paolo Romeo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 58

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