L’infermiere di sala operatoria: evoluzione dei modelli organizzativi. 1a parte
Le competenze dell’infermiere all’interno del blocco operatorio.
Cercare di individuare e descrivere le competenze che un infermiere di sala operatoria deve possedere, risulta complesso in quanto l’infermiere che opera all’interno di questa struttura si trova continuamente a dovere affrontare situazioni complesse sia da un punto di vista lavorativo che dal punto di vista umano; ma soprattutto cosa intendiamo per competenza?
La competenza intesa in termini di conoscenze, capacità/abilità e comportamenti è il valore aggiunto del professionista, che viene messa in atto in un determinato contesto per raggiungere un determinato scopo.
Il modello che ci permette di evidenziare le competenze caratterizzanti ogni figura in maniera dettagliata, misurabile e certificabile è quello che oltre a determinare conoscenze, abilità/capacità e i comportamenti, descrive il percorso formativo da intraprendere per acquisire tali competenze. Nasce così la mappatura delle competenze la quale deriva da uno studio sulle conoscenze, abilità e comportamenti seguendo il modello delle Unità Formative capitalizzabili del metodo ISFOL.
La scelta di questo metodo per l’approccio alle competenze deriva dal fatto che lo stesso istituto opera in collaborazione con il ministero del lavoro, con le altre amministrazioni e le Regioni per lo sviluppo della formazione professionale.
Va detto però che la sperimentazione dell’ISFOL non coinvolge alcuna figura professionale operante in ambito sanitario, quindi, è stata identificata un ulteriore macro area rispetto alle tre previste dal metodo: le competenze tecnico-professionali trasversali al settore sanitario.
Le quattro categorie individuate (le prime tre dall’ISFOL e l’ultima dall’Agenzia per la formazione ASL 11 Empoli) sono tra loro integrabili e componibili:
Competenze di base: costituiscono il sapere minimo, sono il risultato dell’istruzione scolastica, della comunicazione a livelli base di una lingua straniera della conoscenza e delle abilità informatiche dei mezzi di utilizzo comune etc..
Sono i requisiti per l’occupabilità considerati indispensabili per l’accesso a percorsi formativi e al lavoro nello scenario emergente.
Competenze trasversali: Costituiscono un pre-requisito indispensabile per poter esercitare consapevolmente la professione. Potrebbero essere interpretate come un “saper essere” dell’individuo in quanto sono competenze legate a capacità di comunicazione, di diagnosi, di problem solving, di saper prendere decisioni e responsabilità. Questo tipo di competenze sono capacità generali valide per tuttol’arco della vita lavorativa e sono trasferibili da un contesto professionale ad un altro.
Competenze tecnico professionali: Sono costituite dal sapere tecnico operativo strettamente correlato ad un determinato contesto lavorativo e sono necessarie per esprimere abilità nelle performance.
Questo tipo di competenze sono rilevabili attraverso un’appropriata metodologia di job analysis e rilevabili nell’individuo attraverso simulazioni teorico-pratiche. Il professionista deve possedere competenze che gli permettano di poter agire su più ADA ( Aree di attività specifiche per ogni professionista) per collegarle in maniera funzionale tra loro.
Questo brano è tratto dalla tesi:
L’infermiere di sala operatoria: evoluzione dei modelli organizzativi. 1a parte
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Informazioni tesi
Autore: | Chiara Vannozzi |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | Management per le funzioni di coordinamento nell'area infermieristica, ostetrica e pediatrica |
Anno: | 2010 |
Docente/Relatore: | Massai Danilo |
Istituito da: | Università degli Studi di Firenze |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 93 |
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