Misurare l'impatto ambientale della microfinanza: un'analisi su dati mix-market
Le cinque dimensioni del MEPI (Microfinance Environmental Performance Index)
Sulla base di tali indicatori, definiamo il Microfinance Environmental Performance Index (MEPI), ovvero uno strumento che permette di misurare le performance ambientali degli istituti di microfinanza.
Possiamo dire che il MEPI è un indice multidimensionale, nel senso che tiene conto di cinque aspetti fondamentali:
1) l'adozione di politiche ambientali, affiancando obiettivi ambientali agli obiettivi ufficiali dell'istituzione;
2) la riduzione dell'impronta ecologica interna all'azienda stessa, tramite ad esempio un'accurata gestione dei consumi, in termini di energia e di rifiuti;
3) la valutazione e la gestione del rischio ambientale delle attività dei propri clienti;
4) l'erogazione di microcrediti “verdi”, al fine di promuovere attività ecocompatibili e l'uso di tecnologie pulite;
5) l'attuazione di servizi ambientali non finanziari, come ad esempio le campagne di sensibilizzazione ambientale.
Queste cinque dimensioni rappresentano le strategie messe in atto dalle istituzioni di microfinanza nell'affrontare le questioni ambientali. Il primo aspetto rappresenta la base necessaria per l'effettivo svolgimento delle attività di tipo ambientale. Per quanto riguarda la riduzione dell'impronta ecologica, possiamo fare l'esempio di Apoyo Integral, in El Salvador, che ha deciso di mettersi in società con una compagnia che si occupa di acquistare carta usata da tutti i propri associati per poi riciclarla; altre istituzioni di microfinanza hanno optato per il monitoraggio dei propri livelli di consumo (energia, acqua, ecc.), decidendo poi di pubblicare i loro progressi in report annuali che seguono le linee guida del Global Reporting Initiative, organizzazione atta a promuovere la diffusione di informazioni riguardanti gli impatti sociali, ambientali ed economici derivanti dalle attività delle singole istituzioni.
Di pari importanza risulta l'attenzione data all'impatto ambientale delle attività dei clienti, aspetto considerato nel punto 3; nel valutare i rischi ambientali, alcuni istituti di microcredito utilizzano una “exclusion list”, nella quale sono elencate le tipologie di attività che l'istituto non ha intenzione di finanziare, ovvero attività illegali o considerate particolarmente rischiose per l'ambiente. Molte istituzioni che utilizzano tali liste utilizzano quelle approvate dall'International Finance Corporation (IFC), istituzione che si occupa dell'espansione del settore privato nei paesi in via di sviluppo.
Altre istituzioni preferiscono invece utilizzare strumenti per la valutazione del rischio ambientale dei loro clienti; prendiamo come esempio il caso di MicroCred, che si serve di una lista nella quale sono classificate varie attività in base al loro livello di rischio ambientale; nella categoria A sono elencate le attività che determinano alti rischi per l'ambiente, nella categoria B quelle corrispondenti a rischi intermedi ed infine nella categoria C vi sono le attività a basso rischio ambientale.
Quando parliamo di microcredito “verde” facciamo riferimento all'erogazione di finanziamenti finalizzati ad incoraggiare la creazione e lo sviluppo di attività ecocompatibili, come il riciclaggio o l'ecoturismo, o atti a supportare tecnologie ecosostenibili, quali ad esempio energia solare, biogas, motori elettrici, ecc. Per fare ciò, è importante modificare le modalità di prestito e, se necessario, fornire incentivi (ad esempio tassi di interesse ridotti) per incoraggiare i microimprenditori ad adottare comportamenti ecocompatibili.
Infine, molte istituzioni di microfinanza scelgono di attuare servizi ambientali non finanziari. Un esempio è quello di CAMIDE in Mali, che ha definito un codice di condotta ambientale il quale dev'essere sottoscritto da ogni cliente; i clienti devono piantare alberi e prendersene cura, impegnarsi in attività ecocompatibili, smettere di utilizzare buste di plastica e cercare di sensibilizzare le proprie famiglie alle problematiche ambientali. Altre istituzioni organizzano corsi di formazione per coloro che si impegnano in attività ecosostenibili. E' il caso, ad esempio, di CEPRODES, in Nicaragua, e Fundación Campo, in El Salvador, che informano i loro clienti sulle tecnologie agricole sostenibili.
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Informazioni tesi
Autore: | Fabrizia De Rosa |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2016-17 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Scienze Statistiche |
Corso: | Statistica |
Relatore: | Marcella Corsi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 43 |
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