Oswald Mosley e il fascismo in Gran Bretagna

Gli storici hanno rivolto un’attenzione particolare allo studio delle cause del fallimento del fascismo in Gran Bretagna. Una spinta all’intensificazione degli studi sul fascismo nel mondo britannico fu data dal successo elettorale conseguito nelle elezioni amministrative di Londra del 1993 dal “British National Party”, un partito di estrema destra, che ottenne un consigliere comunale nella circoscrizione di Milwall.

Infatti nel maggio del 1994 si tenne una conferenza all’università di Sheffield, dal titolo “The Failure of British Fascism”, da cui scaturì anche la pubblicazione di un libro omonimo. La questione al centro della discussione era il fatto che, nonostante i continui fallimenti elettorali dei movimenti di estrema destra in Gran Bretagna, il fascismo ha rappresentato una presenza costante nel mondo politico britannico nel corso del Novecento, anche dopo la seconda guerra mondiale, che aveva fatto pensare alla sua scomparsa definitiva.

Nella conferenza si sosteneva innanzitutto la necessità di studiare a fondo il quadro politico britannico, sottolineando le caratteristiche che avevano ostacolato il successo del fascismo. La condizione principale per il successo del fascismo è una situazione di crisi politica ed economica: infatti la B.U.F. basava la sua propaganda sulla crisi economica internazionale degli anni Trenta, mentre lo U.M. metteva in primo piano le tensioni razziali dovute all’immigrazione nel dopoguerra. Tuttavia, nonostante la presenza di queste problematiche sociali, il fascismo in Gran Bretagna è riuscito a trarne poco profitto a livello di consenso politico.

Il fallimento del fascismo britannico veniva poi considerato in tre diversi aspetti: in primo luogo, per quanto riguarda il controllo delle istituzioni, dove il fallimento è stato più evidente; in secondo luogo, a livello elettorale e di consenso, dove alcuni movimenti sono riusciti talvolta ad ottenere buoni risultati, come ad esempio la B.U.F. nel 1934; infine, il terzo aspetto riguardava la capacità di influenzare il dibattito politico, nel cui caso forse sono stati ottenuti i risultati più positivi, dal momento che diverse idee proposte dai fascisti hanno suscitato interesse nel mondo politico britannico.

I fattori che hanno impedito il successo del fascismo in Gran Bretagna venivano suddivisi in quattro categorie: fattori di carattere economico, di carattere organizzativo, di carattere culturale e di carattere politico. I fattori economici potevano essere individuati nella mancanza di una vera e propria catastrofe economica nella società britannica, al contrario di quanto prevedeva Mosley. La Gran Bretagna visse con minore difficoltà la crisi economica degli anni Trenta, a differenza ad esempio della Germania, dove la situazione fu più grave ed ebbe come effetto il successo del nazismo; infatti in Germania ai problemi economici si aggiunsero le conseguenze della sconfitta militare nella Prima guerra mondiale e le pesanti condizioni subite col trattato di Versailles. In secondo luogo, la Gran Bretagna non aveva registrato un particolare sviluppo economico negli anni Venti e quindi non subì contraccolpi eccessivi; inoltre la situazione economica migliorò prima rispetto ad altri paesi europei. Nel dopoguerra, l’affermazione del “Welfare State” ridusse ulteriormente i rischi dovuti a periodi di crisi economica, garantendo maggiore sicurezza alle categorie sociali più umili e più suscettibili alla propaganda fascista.