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Il Metodo Montessori

Le Case dei Bambini

Alla Montessori avanzò un idea veramente mirabile di raccogliere tutti i bambini al di sotto dell’età scolastica (dai 3 ai 6 anni) in una specie di scuola nella casa.
Questo tipo speciale di scuola fu battezzato con l’incantevole nome di Casa dei Bambini. La prima di esse fu aperta, con questo nome, il 6 gennaio 1907, nel quartiere San Lorenzo, a Roma, e alla Montessori fu affidata la responsabilità della direzione.
Il 6 gennaio, dunque, si raccolse il primo gruppo composto da più di cinquanta bambini. Erano creature timide e goffe, apparentemente irresponsabili. Non erano capaci di camminare in fila, e la maestra faceva tenere ciascun bambino attaccato al grembiulino di quello che lo precedeva (essi camminavano in una specie di fila indiana). Piangevano e sembrava che avessero paura di tutto – racconta la Montessori- non accettavano i doni, né assaggiavano i dolci, né rispondevano se interrogati. Erano proprio come un gruppo di bambini selvaggi.
L’ambiente, in cui sorsero le prime “Case dei Bambini”, deve essere stato estremamente favorevole all’educazione, poiché i risultati di sorprendente trasformazioni ottenuti in quegli anni con quei bambini non furono mai più raggiunti.
Il procedimento scientifico nella scuola raggiunse la sua piena efficienza perché non vi erano ostacoli che vi si opponessero e fu questo un contributo notevole al felice esito di un esperimento lontano da altre concezioni, condotto in un laboratorio di psicologia, qual era divenuta la “ Casa dei bambini ”.
La gente di quel luogo era povera gente onesta, senza professione, che viveva giorno per giorno di un lavoro avventizio: facchini, lavandaie, ecc.
L’ignoranza dei genitori dei bambini precludeva la via a ogni possibile influenza educativa in famiglia.
La persona che fungeva da maestra era una donna con un grado d’istruzione molto relativo, la quale si occupava delle cose domestiche e aiutava i suoi nel lavoro dei campi da cui la famiglia traeva i mezzi d’esistenza.
Durante il giorno i bambini erano abbandonati dal padre e dalla madre, che andavano in cerca di lavoro.
Queste condizioni, che potrebbero sembrare assolutamente contrarie al buon esito di una scuola, rappresentavano, per la Montessori, un nulla per quanto concerneva l’arbitraria influenza dell’educazione.
Si ebbero qui sorprendenti fatti, come “l’improvviso manifestarsi della scrittura e della lettura spontanea, la spontanea disciplina , la libera vita sociale”, fatti che eccitarono la curiosità e suscitarono l’ammirazione del mondo.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Il Metodo Montessori

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Informazioni tesi

  Autore: Eliana Caruso
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Messina
  Facoltà: Scienze dell'Educazione
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Annamaria Curatola
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 80

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Parole chiave

bambino
educatrice
educazione
gioco
insegnante
montessori
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