L'ascolto del minore nei procedimenti di separazione e divorzio

Nell’ambito della C.T.U., è stata proposta una nuova procedura di osservazione dell’interazione genitori/figli: la Lausanne Trilogue Play clinico. Attraverso questo metodo è possibile effettuare due tipi di valutazioni: funzionale o disfunzionale della famiglia e sulle competenze e capacità cognitive del bambino, con l’obiettivo di osservare i comportamenti e modelli relazionali abituali. L’attenzione è posta non solo sui contenuti, ma in particolare ai messaggi, verbali e non verbali dell’intero contesto familiare in cui il bambino è inserito. In tal modo si è voluto garantire un diritto al minore, prescindendo dalla sua età, senza sottoporlo a richieste di giudizi o di scelte, bensì offrendogli uno spazio in cui poter riproporre naturalmente i suoi schemi comportamentali abituali.

Al momento della disposizione di una C.T.U. da parte del giudice, uno dei quesiti posti al perito, è quello di riferire al giudice stesso il rapporto che il bambino ha con ciascuno dei suoi genitori. Per assolvere a questo compito la procedura LTPc può essere particolarmente efficace, dal momento che ciò che verrebbe solo raccontato, viene ora vissuto direttamente, dando informazioni al perito sulle modalità di gestione della quotidianità, sulle modalità di cooperazione familiare, consentendogli così di formulare una diagnosi relazionale.
Su un piano pratico ciò che viene chiesto alla famiglia è divertirsi lavorando insieme come fosse una squadra, condividendo piacere e divertimento. In una famiglia in cui il bambino ha un’età compresa tra i sei e i dodici anni, viene chiesto di costruire un gioco con delle costruzioni che fanno parte del setting; nel caso in cui il bambino abbia più di dodici anni, viene chiesto alla famiglia di aiutarlo nella costruzione di una storia. In questo secondo caso parliamo di LTPc narrativo. In generale, comunque, viene chiesto ai genitori di cooperare e coordinarsi per aiutare il bambino a portare avanti un compito condiviso e al bambino, invece, viene chiesto semplicemente di giocare lasciandosi guidare dai genitori.

Il Lausanne Trilogue Play clinico è strutturato in quattro parti collegate tra loro da momenti di transizione:
1.un genitore gioca con il figlio, mentre l’altro si trova in una condizione di osservatore partecipante, ovvero mantiene una partecipazione empatica, ma senza interferire attivamente nel gioco dei due protagonisti di quel momento;
2.i genitori si scambiano i ruoli rivesti nella prima;
3.l’intera famiglia collabora alla realizzazione del gioco o della storia;
4.ora è il bambino ad essere posto in una condizione di osservatore partecipante, mentre entrambi i genitori parlano dell’attività svolta.