Traditori di tutti: Giorgio Scerbanenco adattato dal cinema e dalla televisione
La vita è un pozzo delle meraviglie, c’è dentro di tutto, stracci, brillanti, coltellate in gola, e Livia Ussaro
A onor del vero, le donne descritte nelle pagine di Scerbanenco posseggono una personalità complessa e molto moderna, se si considera il periodo storico in cui vedono la luce. Livia, Milla (protagonista de -La ragazza dell’addio) e le altre, personaggi principali e semplici apparizioni, godono di un’aggettivazione mai gratuita, quasi granitica.
Incarnano una nettezza del vedere, una lucidità e una naturalezza nell’essere al mondo a cui sembra che l’uomo Scerbanenco voglia giungere, senza mai riuscirci.
Per questo motivo ritengo senza ombra di dubbio che con le protagoniste femminili si sia persa un’occasione, quella di compiere sullo schermo una piccola rivoluzione dei costumi. Quando Livia Ussaro appare in Venere Privata, le lettrici esultano, gli uomini osservano. Diretta, asciutta, profondamente sincera. È una donna che non si presenta come bella, ma che colpisce per il suo acume. Onesta fino a sembrare sfacciata, quando affronta la questione complessa del piacere femminile, ambigua quando presta il suo corpo all’indagine di Duca. Completamente dedita alla causa, o decisa a proseguire quel processo di liberazione sessuale iniziato tempo prima. Coraggiosa, Livia. Spontanea, sfacciata e incredibilmente seria. Molto diversa dal prototipo femminile che troviamo nel noirclassico. Non è la brava ragazza depositaria di ogni bene familiare e rassicurante, non è la femme fatale, che smuove l’istinto e l’irrazionalità del protagonista. Qui no, non con Scerbanenco. All’amore puro non fa mai da contrappunto la passione incontrollata. I sentimenti e le emozioni oscillano dalla dolenza alla calma apparente, la felicità non ha mai sfogo, non è mai la risposta.
Al cinema queste caratteristiche verranno livellate. Livia sarà una psicologa, una giornalista, con qualche accenno al suo interesse per il mondo e la giustizia, ma ridotta a semplice «spalla» del protagonista. Sempre. Che le scelte siano dettate da prevedibili scrupoli commerciali, o dal taglio che si è deciso di dare al film, poco importa. “Acuiscono il rimpianto per un personaggio sfuggente e complesso, così lontano dai canoni del cinema e della letteratura di genere, che tanta importanza ha per il protagonista e per lo stesso Scerbanenco” [R. Curti]
Questo brano è tratto dalla tesi:
Traditori di tutti: Giorgio Scerbanenco adattato dal cinema e dalla televisione
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Informazioni tesi
Autore: | Filomena Coviello |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lettere moderne |
Relatore: | Giampiero Frasca |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 209 |
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