Il pensiero di J-P Sartre tra ontologia e morale
La violenza tra padre e figlio per Jean Paul Sartre
Sartre non considera l’universo della violenza solo da un punto di vista ontologico-morale,ma aggiunge ad un certo punto della sua ricerca anche un trattato sulla morale della violenza nella vita quotidiana, di quella violenza che non è che il mezzo per raggiungere un certo fine o per affermare un diritto limitato. Vediamo di che cosa si tratta.
Il nostro autore suddivide la violenza nella vita quotidiana in tre forme: violenza offensiva, violenza difensiva e contro-violenza; la prima è la violenza in generale - analizzata nel rapporto parentale e nella menzogna -, la seconda è quella specie di violenza che viene utilizzata contro dei processi non violenti - analizzata nelle differenti fasi di una discussione - e la terza è lo sforzo per reagire ad un’aggressione o per sradicarsi da un giogo subito e mantenuto con la forza - ad es. quello dello Stato.
Dobbiamo premettere fin da subito che solamente la terza forma di violenza è ritenuta da Sartre giustificata, in quanto non mirante a realizzare l’universo della violenza e quindi dell’Essere; difatti la contro-violenza - analizzata nel caso della rivolta verso la fine del Cahier I - è ai suoi occhi l’unica risposta possibile ed efficace per l’oppresso nei confronti dell’oppressore e questo tenuto conto del fatto che essa richiede molto spesso l’utilizzo della forza.
Che cosa possiamo dire sulla violenza offensiva? Analizzando il rapporto genitore-figlio Sartre deduce inizialmente che la forma relazionale che si viene ad instaurare tra i due poli in questione subisce una trasformazione. Pur essendo abituale che il padre educhi il figlio seguendo i valori che reputa come bene da perseguire, nel rapporto reale tra l’uno e l’altro c’è come uno scivolamento verso l’opacità dell’essere e la sua inesorabilità, cioè verso la violenza.
«Innanzi tutto c’è metamorfosi dell’imperativo ipotetico in imperativo categorico» e questo perché il genitore si presenta agli occhi del bambino come un assoluto irrimediabile, come la proibizione fatta persona - molto bello l’es. del genitore che, allo sguardo del bambino implorante, finge la cecità, la sordità ed il mutismo. Quindi il genitore assurge al ruolo di proibizione nei riguardi del figlio, considerando la sua libertà come una libertà minore - poiché limitata ad assumere le esigenze del genitore nei suoi confronti - e svalorizzandone a priori i suoi fini - che essa potrebbe porre da sé.
Il padre nell’educazione del bambino si muoverà su due piani distinti: inizialmente tenterà «di penetrare dall’interno quella (la libertà) del bambino e di farle riconoscere da dentro che essa è una libertà minore […] precisamente ciò che si chiama dovere. Nel dovere non si vuole ciò che si vuole e si vuole ciò che non si vuole» e ci sarà alienazione della libertà del bambino, «perché l’imperativo riduce i fini posti dalla libertà al rango di semplici istinti, cioè falsi fini, pseudo-fini in realtà determinati» ; successivamente utilizzerà la forza.
Nel primo caso il bambino verrà determinato nella sua libertà dalla volontà del genitore, che apparirà in tutta la sua inesorabilità come un dovere e quindi come presenza della libertà dell’altro interiorizzata in lui; e il dovere sarà «la volontà dell’altro in me […] l’alienazione della mia propria libertà» , quindi alienazione attraverso l’esigenza dell’altro nei miei confronti, ma anche libero assoggettamento ad un dovere che ha tutte le caratteristiche dell’altro in me. Nel secondo caso invece il genitore interverrà «sulla libertà attraverso la forza, attraverso il corpo» - anche se in maniera limitata: infatti si colpiranno con moderazione specifiche parti del corpo.
Ma in che termini ci sarà della violenza?
Poiché il bambino che imparerà e si determinerà attraverso questi due espedienti non potrà che essere determinato dal di fuori, ovvero al di fuori dei suoi progetti concreti, la sua libertà in situazione sarà sempre trascesa e resa nulla dalla presenza del mondo - della società - che gli sta intorno.
Il bambino verrà sacrificato «giorno dopo giorno all’uomo che sarà» dall’educazione parentale che mira all’ordine dell’essere attuale, e la violenza starà tutta in questo gioco che egli non capisce e non può capire in quanto libertà limitata, trattata come cosa. Ma il tratto ancor più rilevante che Sartre vuol sottolineare, a nostro parere, è che, a differenza della lotta delle coscienze presentata nell’Essere e il nulla, nei casi di violenza quotidiana e quindi nei casi in cui ci si riferisca alla struttura del dovere in generale - all’obbligo - , ciò che determina la coscienza e quindi la libertà del soggetto in questione non è più il libero gioco del guardante-guardato, ovvero il circolo che si crea quando due libertà a confronto godono degli stessi diritti, ma una nuova forma più complessa di alienazione.
Nel caso del bambino ad es. il dovere imposto e fatto proprio con l’educazione andrà a conficcarsi all’interno della sua libertà, e quindi andrà alla sorgente di questa, tanto da apparire poi come precedente ad essa e quindi come un quasi-sguardo sempre pronto a pungerla e a determinarla prima della scelta libera.
Insomma, mentre nelle relazioni tra due libertà messe sullo stesso piano c’è un continuo gioco di trascendimento reciproco, nel caso del dovere ci troviamo ad essere trascesi dall’interno, dall’altro in noi, che non può essere trasceso a suo turno.
Nei Cahiers Sartre analizza quei casi - ed il dovere ne è il fondamentale - in cui la libertà del soggetto non può più liberarsi dallo sguardo oggettivante dell’altro, in quanto quello sguardo è stato interiorizzato proprio dal soggetto.
Ecco che siamo giunti al fondo della violenza nel rapporto tra genitori e figli - simile comunque ad ogni altro in cui si crea questa situazione di dislivello tra due libertà a confronto - : nelle situazioni di violenza «si tratta una libertà come cosa riconoscendole allo stesso tempo la sua natura di libertà»; ma siccome nel bambino la «libertà è limitata rispetto alla nostra, essa è cosa proprio nella misura in cui è libertà».
La situazione di violenza allora sarà creata dall’esistenza dell’adulto e non da quella del bambino poiché sarà la relazione concreta tra la sua libertà e la nostra a definire la sua ignoranza come oggetto e quindi lui come oggetto ai nostri occhi che l’osservano. La disparità tra la libertà certa di sapere del padre e quella limitata del bambino, apparirà come mancanza solo alla libertà dell’adulto, che renderà così la libertà del bambino un oggetto proprio perché essa è limitata e quindi determinabile. L’alienazione del bambino a questo punto è totale, «ma non proviene affatto a priori dall’azione violenta dell’adulto. Essa proviene dalla sua semplice presenza […] e (si verrà a creare) nella gerarchia padre-figlio […] uno scacco, come in ogni altra gerarchia umana».
A parere di Sartre l’unico modo per eliminare la violenza nell’educazione dei bambini allora sarà il considerare l’età adulta come principio regolatore, e l’emancipazione quotidiana e concreta del bambino come fine effettivo. In altri termini, bisogna smettere di vedere l’avvenire d’uomo del bambino come fine assoluto che giustifica qualunque mezzo, e considerare che esso può essere raggiunto solo se, in ogni caso, la situazione del bambino è un mezzo per la sua emancipazione concreta e presente; bisogna vedere l’avvenire nella prospettiva del presente, capire che si tratta dell’avvenire di questo presente; conferire ad ogni presente con l’avvenire che prefigura un valore assoluto.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il pensiero di J-P Sartre tra ontologia e morale
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
Informazioni tesi
Autore: | Carlo Palotti |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università degli Studi di Pisa |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Filosofia |
Relatore: | Adriano Fabris |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 152 |
FAQ
Come consultare una tesi
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Perché consultare una tesi?
- perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
- perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
- perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
Clausole di consultazione
- L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
- Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
- L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
Vuoi tradurre questa tesi?
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Scopri come funziona »
DUBBI? Contattaci
Contatta la redazione a
[email protected]
Parole chiave
Tesi correlate
Non hai trovato quello che cercavi?
Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database
Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione
Ottimizza la tua ricerca:
- individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
- elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
- se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
- utilizza la ricerca avanzata
- utilizza gli operatori booleani (and, or, "")
Idee per la tesi?
Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti
Come si scrive una tesi di laurea?
A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?
Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.
La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?
La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.
Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:
È ora di pubblicare la tesi