Interazione vocale nella guida autonoma e parzialmente autonoma
La User Experience nella guida autonoma e l'usabilità degli assistenti vocali
All'interno delle industrie automobilistiche valgono gli stessi requisiti di progettazione esposti precedentemente.
Nonostante la sicurezza alla guida sia il baricentro delle ricerche in tale ambito, soprattutto quando si parla di veicoli completamente automatizzati, la questione del conducente che diviene passeggero, lascia il margine a nuove questioni riguardanti cosa gli utenti si aspettino di poter fare all'interno del proprio veicolo nel momento in cui il loro ruolo passa da attori operanti a spettatori del viaggio.
Se la tassonomia del design in ambito automobilistico era, dunque, inizialmente centrata sulle esigenze di guida sicura del conducente e i requisiti di progettazione seguivano tale linea, ad oggi ciò che interessa i designer è il ruolo che le interfacce possono svolgere non solo facilitando e rendendo sicuri i compiti di guida primaria, ma anche garantendo un'esperienza di interazione con esse che miri alla piacevolezza della stessa, la quale deve suscitare emozioni positive, quali senso di fiducia ed empatia.
Fino al 1970 l'unica interazione offerta all'interno dei veicoli era costituita dal controllo delle varie manopole e comandi, consentendo un apprendimento di procedure muscolari che permetteva di sviluppare una mappatura mentale di questi all'interno del veicolo ma con l'evoluzione del sistema di infotainment, dunque di funzionalità audio, di telefonia e navigazione, che oltre a fornire indicazioni per i conducenti per una migliore guida sono anche in grado di intrattenere quest'ultimo e i suoi passeggeri, vi è l'introduzione di uno sforzo aggiuntivo per l'utente, quale è il carico cognitivo dovuto alla difficoltà di imparare nuovi comandi che spesso non hanno corrispondenza in manopole visibili e apprendibili muscolarmente ma con lo sviluppo di modelli mentali che devono essere coerenti con quello che l'utilizzatore si aspetta e quello che il progettista ha realizzato.
Il termine carico cognitivo fu coniato da John Sweller per esprimere lo sforzo mentale compiuto da un individuo nel raggiungimento di un obiettivo prefissato e può essere suddiviso in:
• Carico mentale intrinseco, legato cioè alla natura e ai contenuti del compito che l'utente deve realizzare per raggiungere i suoi goals;
• Carico mentale estrinseco, dovuto alla presentazione del compito all'interno dell'interfaccia che spesso distrae il conducente da quello che è il suo compito primario;
• Carico mentale germano, dovuto a quelle interfacce secondarie che sono di ausilio all'utente nella formazione di un modello mentale di funzionamento del prodotto che sta utilizzando. [...]
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Interazione vocale nella guida autonoma e parzialmente autonoma
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Informazioni tesi
Autore: | Valentina Cirillo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Roberta Presta |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 78 |
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