Diritto di accesso e diritto alla riservatezza
La tutela risarcitoria del diritto di accesso e del diritto alla riservatezza
Il terzo controinteressato all’accesso, può subire una lesione del proprio diritto alla riservatezza, nel caso in cui l’amministrazione dia corso all’ostensione dei documenti contenenti dati attinenti alla sfera privata della persona, nonostante l’insussistenza dei presupposti per l’accesso.
In primo luogo, l’accesso ai documenti amministrativi contenenti dati personali, è ammesso nell’ipotesi in cui sia necessario per curare o per difendere i propri interessi giuridici, oppure, nell’eventualità in cui i documenti amministrativi contengano dati sensibili e giudiziari, l’accesso prevale, qualora interessi documenti la cui conoscenza risulti essere «strettamente indispensabile».
Nel caso in cui, invece, la richiesta di accesso investa dati supersensibili, vale a dire quei «dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale», l’accesso prevale qualora la situazione giuridicamente rilevante che s’intende tutelare, sia di rango almeno pari al diritto alla riservatezza del controinteressato, ovvero consiste in un diritto della personalità o in un altro diritto o libertà fondamentale e inviolabile.
La lesione del diritto alla riservatezza, quando non ricorrano i presupposti indicati, può essere evitata, qualora sia azionato e conseguentemente tutelato in giudizio, il diritto alla privacy, prima che la pubblica amministrazione dia seguito al provvedimento di accoglimento dell’istanza ostensiva, consentendo materialmente all’interessato l’accesso ai documenti richiesti.
La pubblica amministrazione cui è indirizzata la richiesta di accesso, se individua soggetti controinteressati, è tenuta a dare comunicazione agli stessi dell’istanza.
I soggetti controinteressati, entro dieci giorni dalla ricezione della comunicazione, possono presentare una motivata opposizione alla richiesta di accesso.
Nel caso in cui i tempi processuali non consentano di prevenire tale lesione, si apre la strada della tutela risarcitoria.
Per quanto riguarda il giudice competente in materia di tutela risarcitoria del diritto alla riservatezza, non vi è in giurisprudenza un orientamento univoco.
Secondo il tradizionale orientamento della giurisprudenza della Corte di Cassazione, sussiste una sorta di monopolio a favore del giudice ordinario sulla tutela dei diritti fondamentali della persona.
Il diritto alla privacy, secondo la Cassazione, rientra nella categoria dei diritti fondamentali, in quanto attiene alla sfera intima della persona. La lesione della riservatezza, ancorché scaturita da un provvedimento amministrativo illegittimo, quale quello di accoglimento dell’istanza di accesso, dovrebbe essere devoluta, alla cognizione del giudice ordinario, in quanto il giudice amministrativo non potrebbe conoscere del risarcimento del danno da lesione della privacy, inquadrabile nella tutela ex art. 2 Cost.
Orientamento minoritario riconosce, invece, la giurisdizione del giudice amministrativo anche in tema di diritti fondamentali, affermando che nessun princípio costituzionale qualifica il giudice ordinario come giudice naturale dei diritti fondamentali e che pertanto non vi è preclusione a che il giudice amministrativo possa conoscere anche di tali diritti.
Ulteriore elemento da prendere in considerazione per ciò che attiene alla tutela risarcitoria, è il rapporto sussistente tra l’azione di annullamento del provvedimento amministrativo e l’azione di risarcimento del danno da questi derivato. Tale rapporto è configurato in termini di pregiudizialità amministrativa dalla giurisprudenza del Consiglio di Stato.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Diritto di accesso e diritto alla riservatezza
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Informazioni tesi
Autore: | Donato Lepore |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Girolamo Sciullo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 127 |
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