Il legittimo affidamento: i limiti all'annullamento e alla revoca.
La tutela dei diritti quesiti
Un secondo limite all’esercizio legittimo della revoca è rappresentato dai diritti quesiti (vested rights nella tradizione comunitaria). Si tratta di una categoria di diritti non del tutto definita, neppure a livello legale, ma che configura la presenza di una posizione acquisita dal singolo per il decorso di un determinato arco temporale che non potrà essere arbitrariamente rimossa dalle autorità.
Il 21 quinquies tace riguardo al destino di coloro i quali vantano un diritto soggettivo costituito dal provvedimento di primo grado dal carattere ampliativo; tale mancanza è stata fortemente criticata.
La Corte di Giustizia ritiene di ascrivere la loro tutela alla più ampia dimensione della certezza del diritto nella quale rientra anche l’affidamento legittimo del cittadino. La giurisprudenza comunitaria stabilisce la non possibilità di sacrificare tali diritti in quanto sono oramai “acquisiti” al patrimonio del destinatario.
Nel nostro ordinamento, la problematica vede un contrasto in seno a due principi costituzionali situati nell’articolo 97. Laddove si consentisse la revocabilità senza il limite in esame si garantirebbe il principio di buon andamento, all’inverso una protezione dei diritti acquisiti gioverebbe all’assioma dell’imparzialità. Nel passato si era sostenuta la impossibilità di revocare provvedimenti costitutivi di diritti soggettivi perfetti, neppure in presenza di un interesse pubblico concreto a attuale che si ponesse in conflitto con tali posizioni individuali.
Da registrare anche opinioni volte a dare valore ai diritti quesiti quale limiti di esistenza; in tal guisa si è trovato applicazione solo nell’ipotesi dello ius poenitendi. Dall’altro lato al cospetto di un fatto sopravvenuto si ê distinta la legittimità della revoca supportata da una adeguata motivazione dal quale risaltino i criteri utilizzati per addivenire a tale risultato.
Badiamo bene, si potrà revocare un atto idoneo a costituire diritti solo nella misura in cui lo stesso sia di natura provvedimentale e autoritativa; in virtù di atto paritetico frutto della consensualità la revoca non sarà configurabile.
Come limite alla legittimità il diritto quesito ha ottenuto maggior successo ancora una volta nelle fila di quel principio di correttezza, corollario dell’imparzialità, che onera le amministrazioni di effettuare un bilanciamento tra i vari interessi in contrasto. Certo è che l’interessato ê portatore di un diritto, dunque il “peso” nella bilancia sarà ben più importante riducendo lo spazio per la revoca.
Ad ogni modo, ad essere bilanciati saranno anche il principio di buon andamento e di imparzialità cosicché si tenderà ad appoggiare la scelta più consona al criterio della ragionevolezza.
A seguito della riforma i diritti soggettivi non potranno assumere le vesti di vero e proprio limite alla revoca, semmai saranno un ulteriore e pregnante elemento da includere nel gioco della ponderazione. Se fossero limiti insormontabili vi sarebbe una eccessiva restrizione dell’attività amministrativa alla quale deve essere concessa, entro confini ragionevoli, la possibilità di incidere anche sui diritti dei privati.
Persistere sulla conservazione dei diritti soggettivi quale limite generale cozzerebbe anche con l’intento del legislatore valutando il prodotto normativo confezionato.
Ricordiamo come la previsione dell’indennizzo non potrà che giocare anche qui in guisa da fattore ostativo al mantenimento del provvedimento a meno che le conseguenze economiche per la sua eliminazione saranno accettabili a fronte dei vantaggi conseguibili.
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Il legittimo affidamento: i limiti all'annullamento e alla revoca.
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Informazioni tesi
Autore: | Daniele Barabini |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2013-14 |
Università: | Università degli Studi di Pisa |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Alfredo Fioritto |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 212 |
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