Le agro-energie

Originariamente tra i fini della CEE non era contemplata la tutela dell’ambiente, ma il crescente degrado ambientale e l’insufficienza della normativa nazionale ed internazionale resero necessario l’intervento di un organismo sovranazionale ed autorevole, per legittimare l’operato della CEE nella materia dell’ambiente.
Nel Trattato di Roma del 1° gennaio 1958, fu espressamente disposto che tra gli obiettivi della Comunità Europea vi era “la salvaguardia, la tutela e il miglioramento della qualità dell’ambiente, la protezione della salute umana, l’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali, la promozione sul piano internazionale di misure destinate a risolvere i problemi ambientali a livello regionale e mondiale”.
Nonostante la presenza di numerose leggi, ancora oggi l’elaborazione è parziale e non soddisfacente.
La prima elaborazione del concetto di ambiente in sede europea risale alla Direttiva sulla Valutazione di Impatto ambientale (Direttiva 85/337/CEE) in cui l’art. 3 circoscrive “ l'ambiente alle risorse complessive naturali e culturali in un giusto equilibrio dei fattori fisici (suolo, acqua, aria, clima), del paesaggio e della cultura”.
Con l’Atto Unico Europeo del 17/2/1986 venne inserito un nuovo titolo dedicato alla salvaguardia dell’ambiente ed il riconoscimento dell’inscindibilità del rapporto ambiente-agricoltura tra le fonti primarie della comunità, e dunque tra le finalità della stessa politica agricola comune, nel Trattato istitutivo della CEE. Con l’Atto unico europeo non venne data però una definizione di ambiente ma vennero codificati i principi direttivi dell’azione comunitaria per la salvaguardia dell’ambiente e fu introdotto nell’ambito comunitario l’obbligo per l’inquinatore di supportare i costi del risanamento ambientale (c.d. principio del “chi inquina paga”) facendo si che venisse ridotta l’attività inquinante mediante l’impiego di tecnologie non inquinanti.