Il teatro di Emma Dante

La famiglia è il primo dei temi che Emma Dante prende in esame. Uno dei capisaldi, secondo lei, dell’animo umano:
“Per me la formazione dell’essere umano parte da lì: è determinante, per tutta la vita, quello che c’è nella famiglia, fino al momento in cui non varchi la soglia di quella porta.”
Nei primi tre spettacoli, la regista mette in campo in un gioco di rimandi, nuclei umani a se stanti che vivono in un inevitabile senso compiuto. Nuclei formati da parenti stretti. Scruta la famiglia, la sviscera, ne toglie il senso e lo ricompone. La chiama Tribù-famiglia, ciò da cui non si può sfuggire, che chiude a chiave le sue uscite e risulta alienata dal resto del mondo. I personaggi mostrano un’inclinazione a rimanere fortemente attaccati a ciò che li ha generati, che li ha formati. Non si mostrano interrogativi rispetto all’esterno e neanche cambiano quello che è insito all’interno del nucleo.
C’è una condivisione quasi blasfema delle azioni e dei pensieri che pone questi uomini su un livello basso, quasi animale, ancestrale e perverso.
La Trilogia è formata da mPalermu, primo lavoro di Emma Dante, Carnezzeria e Vita Mia. Tre drammi che seguono un filo rosso evidente.