Tradurre il genere: Proposta di traduzione del romanzo Love Child di Maureen Duffy
La traduzione queer
Il termine “queer” nella lingua inglese significa “bizzarro”, “strambo”, ma ha subito variazioni nel corso del tempo. Negli anni Settanta del secolo scorso era utilizzato in Inghilterra per indicare le persone gay e lesbiche in senso dispregiativo. Proprio per questo motivo nel mondo anglofono ci sono alcuni movimenti che ancora oggi non vedono di buon occhio tale termine. Ma, negli anni Novanta, il gruppo di attivisti inglesi Queer Nation si riappropriò del termine e lo rivendicò come proprio, perché considerato in linea con il loro modo di essere e di sentire. Nel 1991, Teresa de Lauretis introdusse il concetto di "teoria queer", definito come «another discursive horizon, another way of thinking the sexual». Si tratta di un modo di pensare che non usa l'eterosessualità o i costrutti binari di genere come punto di partenza, ma sostiene invece un concetto più fluido di identità. Ciò è necessario, poiché, secondo il sociologo Zygmunt Bauman, le società organizzano le identità in dicotomie in cui il secondo membro è l’altro del primo, il lato opposto, degradato e soppresso. Secondo questa logica, l’anormalità è l’altro della norma, la donna è l’altro dell’uomo, “loro” è l’altro di “noi”, queer è l’altro di ciseterosessualità. Tale concetto prende il nome di “otherness”, alterità, che nell’ambito della traduzione viene definito come «a translator’s confrontation with unfamiliar concepts, forms, and language as well as to the dilemma of rendering them in a different cultural context». Di fronte a difficoltà di questo tipo, il traduttore o la traduttrice tende generalmente a muoversi tra gli estremi, tra lo stare vicino al testo di partenza in modo tale che i lettori della cultura d’arrivo si ritrovino faccia a faccia con ciò che è percepito come altro, oppure può tentare di soddisfare le esigenze dei lettori modificando i concetti non familiari. Inoltre, deve prendere in considerazione non solo le questioni culturali, ma anche ideologiche, come quelle riguardanti il genere, la nazione e l'identità. La necessità di una traduzione queer deriva proprio da ciò: l'omosessualità rimane illegale in alcuni paesi, e in altri, nonostante la legalità dell'omosessualità, i media che includono personaggi omosessuali o trans continuano ad essere censurati. In molti casi, i testi semplicemente non vengono tradotti oppure, se tradotti, non vengono pubblicati perché sarebbe troppo pericoloso per i traduttori, le traduttrici e addirittura per le case editrici. Ciò comporta che molti testi apertamente LGBTQ+ siano tradotti solo nei Paesi dove tali argomenti non sono tabù, finendo per rappresentare solo le culture LGBTQ+ di quei luoghi. Quindi, ci si chiede: come bisogna trattare un testo che riflette non solo un’altra cultura, ma anche un altro modo di pensare? Non esiste una risposta univoca. Tuttavia, è restrittivo considerare la traduzione come un aut aut in cui si aggiunge o si perde inevitabilmente qualcosa. Piuttosto, si può definire come «a third space, distinct from source and target in which a unifying pure language that is hidden in any language can be revealed».
Possiamo affermare che la traduzione e gli studi di genere sono complementari tra di loro, in quanto la teoria queer si occupa della rappresentazione del cosiddetto otherness, mentre la traduzione evidenzia l’otherness della rappresentazione stessa. L’unione tra questi due campi comporta inevitabilmente una destabilizzazione dei modelli tradizionali, proponendo ciò che Alice Parker ha definito come «polisexual and multigendered approaches to translation». Per questo motivo, possiamo affermare che una traduzione ottimale dal punto di vista delle questioni di genere potrà essere raggiunta quando la traduzione femminista queer non sarà più vista come l’altro della traduzione, bensì come un insieme di approcci diversi della stessa traduzione.
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Tradurre il genere: Proposta di traduzione del romanzo Love Child di Maureen Duffy
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Informazioni tesi
Autore: | Sabrina Tito |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara |
Facoltà: | Mediazione Linguistica e Culturale |
Corso: | Lingue e culture moderne |
Relatore: | Emanuela Ettorre |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 67 |
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