Ricerca e analisi dei casi di grammaticalizzazione nelle lingue germaniche occidentali: inglese, tedesco e nederlandese a confronto.
La teoria della grammaticalizzazione
La grammaticalizzazione è un fenomeno di mutamento linguistico che ha suscitato una serie di dibattiti riguardanti i problemi che sono emersi nel momento in cui gli studiosi si sono trovati a dover analizzare sistematicamente le proprietà del fenomeno. Nella vasta letteratura sul fenomeno in questione sono state fornite definizioni differenti, che derivano dal modo in cui gli autori hanno affrontato lo studio del linguaggio: ciò dipende dal fatto che gli autori hanno concentrato la loro attenzione su aspetti riconducibili da un lato alla forma e dall’altro alla funzione degli elementi linguistici che subiscono tale processo.
Tra i vari studiosi che si sono interessati alla teoria della grammaticalizzazione si dovrà fare una distinzione tra coloro che hanno affrontato il problema attraverso una prospettiva puramente diacronica e chi invece si è avvicinato ai punti centrali del dibattito seguendo un’impostazione funzionalista. Infatti, nella storia degli studi linguistici, due importanti correnti si sono distinte per il modo di studiare il mutamento linguistico: secondo la prospettiva diacronica, gran parte degli autori riconoscono la grammaticalizzazione come un fatto storico, che ci informa sui cambiamenti strutturali che hanno interessato le lingue nel corso dei secoli; secondo la prospettiva sincronica (inaugurata dal Saussure) la lingua viene concepita come un sistema in continua evoluzione in cui ogni parola ha un suo valore nel quadro della lingua presa in considerazione.
Secondo quest’ultima teoria linguistica, l’evoluzione del sistema grammaticale viene considerata come un fenomeno soggetto a mutamenti che dipendono dall’uso che i parlanti fanno del linguaggio.
Dunque, da un lato abbiamo una maggiore concentrazione sull’evoluzione delle strutture grammaticali in senso stretto, dall’altra si ha un allargamento di prospettiva che prende in esame fattori diversi, come l’uso e la relativa frequenza delle strutture all’interno di una società in un dato momento storico.
La distinzione non vuole essere così netta: l’aspetto diacronico della grammaticalizzazione fa naturalmente parte di essa e se ne troverà traccia anche nelle più recenti definizioni proposte da studiosi che riconducono le cause del fenomeno a fattori cognitivi, propri dell’attività umana. La ricerca sul campo della grammaticalizzazione mette in risalto molteplici concetti strettamente collegati tra loro e inaugura nuove prospettive di studio.
Nelle pagine che seguono verranno esposte le teorizzazioni dei seguenti studiosi: Wilhelm von Humboldt, Antoine Meillet, Christian Lehmann, Hopper e Traugott, Anna Giacalone Ramat, T. Givon, S.Fischer, K. Hengeveld, N.Chomsky, R. Langacker e altri autori ancora, i quali in modo non meno rilevante, hanno contribuito ad arricchire questo campo di studi che merita tuttora di essere studiato e ampliato.
Prima che la discussione sulla teoria della grammaticalizzazione abbia inizio, è necessario, ai fini di una completa presentazione del fenomeno presentare alcune osservazioni preliminari, partendo dall’esposizione delle definizioni che sono state assegnate alla grammaticalizzazione da parte degli autori studiosi del fenomeno.
Verranno inoltre approfonditi alcuni temi che nei prossimi capitoli saranno ricordati frequentemente; essi riguardano in particolar modo la nozione di grammatica, di categoria, di elementi grammaticali e lessicali, e delle forme che essi assumono quando sono soggetti a processi di mutamento.
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Informazioni tesi
Autore: | Serena Paolucci |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2017-18 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Linguistica |
Relatore: | Paolo Di Giovine |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 167 |
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