La gestione delle alleanze ''orizzontali''
La teoria dei giochi
La teoria dei giochi studia i processi decisionali degli individui, quando il risultato delle scelte di un individuo è condizionato dalle scelte effettuate dagli altri; in pratica questa teoria oggi è applicata in qualsiasi ambito della società, ma in origine essa nasce per spiegare i comportamenti degli operatori economici.
La nascita degli studi sulla teoria dei giochi1 è datata 1944 ad opera di Von Neumann e Morgestern, i quali diedero un primo importante contributo allo sviluppo di questo filone di studi cercando di formulare un modello dove gli accordi tra le parti possano essere una risposta adeguata alla competizione in ambienti economici. I loro studi non portarono ai risultati sperati, infatti i due scienziati non riuscirono a creare dei modelli di cooperazione, ma descrissero solo degli schemi generali su cui poter basare lo studio della cooperazione.
Successivamente Nash apportò significative modifiche a teoria dei giochi, tuttavia basò lo studio sui comportamenti non cooperativi, poiché egli riteneva che gli operatori economici scelgano la miglior opzione per se stessi in rapporto alle scelte effettuate dagli altri, definendo così quello che oggi si chiama equilibrio di Nash.
Pur essendo conscio dell’elevato potenziale derivante dalla cooperazione, Nash dovette ammettere la scarsa propensione dei soggetti verso la cooperazione poiché in alcuni casi avrebbe comportato fare una scelta che a prima vista non parrebbe ottimale, tuttavia nei suoi studi non tralasciò l’aspetto cooperativo dimostrando come un approccio del genere potesse portare più frutti rispetto alla competizione.
Alla luce di quanto detto appare evidente l’utilizzo della teoria dei giochi per spiegare il fenomeno delle alleanze, in quanto essa si presta correttamente ad interpretare le decisioni dei soggetti in ambienti cooperativi. La teoria dei giochi nasce per studiare l’interdipendenza tra soggetti autonomi, come accade nel marcato tra concorrenti e ancora di più tra imprese alleate, il modello oligopolistico2 è quello che più si avvicina a spiegare le problematiche relative ai rapporti fra imprese alleate orizzontalmente.
Esso è la spiegazione della prima fase dell’evoluzione avuta nelle alleanze orizzontali, quella relativa alla creazione di cartelli e trust per imporre il proprio prezzo al mercato e trarre il maggior guadagno. Tuttavia pur non essendo tema della nostra trattazione in esso ritroviamo le problematiche che abbiamo accennato nel corso del capitolo e che ci ritroveremo ad approfondire nel prosieguo del lavoro.
In particolare l’interdipendenza tra i soggetti nelle alleanze necessita della loro propensione alla collaborazione, in questo senso possiamo tranquillamente affermare che i giochi non cooperativi (ovvero il grado di propensione dei partner verso la cooperazione) ci aiutano a spiegare le motivazioni del fallimento delle alleanze mentre quelli cooperativi spiegano la determinazione di risultati positivi.
Questo brano è tratto dalla tesi:
La gestione delle alleanze ''orizzontali''
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Informazioni tesi
Autore: | Mario Perillo |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia aziendale |
Relatore: | Paolo Stampacchia |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 175 |
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