Digitalizzazione, intelligenza artificiale e diritti di cittadinanza: aspetti e problemi
La spinta alla digitalizzazione dovuta alla pandemia da CoViD-19 e il divario digitale 'culturale'
La pandemia da CoViD-19, malattia provocata dal SARS-CoV-2, ha concorso ad accelerare in misura decisiva il processo di digitalizzazione in atto, accompagnandosi a un notevole incremento dell'uso della telematica per fini lavorativi trainata dal trasferimento su piattaforme web di attività che in precedenza venivano svolte esclusivamente o quasi esclusivamente in presenza e non per forza con l'ausilio di apparecchiature digitali.
In particolare ha subìto un'impennata il lavoro da remoto nei settori terziario e terziario avanzato, cui ha fatto da capofila – se non da apripista – la pubblica amministrazione, così come sono state sperimentate come mai prima nuove tecnologie dell'istruzione e dell'apprendimento sviluppate da anni ma il cui uso sino ad allora era stato limitato a contesti di nicchia.
Di quell'esperienza oggi raccogliamo un'eredità che in parte deriva dal naturale consolidamento di abitudini acquisite in quel periodo e in parte, indubbiamente, dalla mancata abrogazione di norme emanate in una situazione emergenziale, dichiaratamente concepita per fronteggiare la crisi derivante – ove possibile, prevenirla – e attutirne i contraccolpi. Sopraggiunto il recovery fund, tuttavia, a un certo punto il legislatore è intervenuto, seppur con procedure d'urgenza dinanzi a istanze promananti dalla società che necessitavano di risposte immediate, approfittando in un certo qual modo della circostanza contingente con l'idea che essa potesse aiutare a conseguire la missione 1 del PNRR, che è proprio la sburocratizzazione.
Nel contesto sopra descritto nascono i cosiddetti decreti semplificazioni – decreti-legge 16 luglio 2020, nn. 76 (convertito in legge 11 settembre 2020, n. 120), e 31 maggio 2021, n. 77 (convertito in legge 29 luglio 2021, n. 108) –, la cui innovazione può essere sommariamente riassunta nel passaggio dal mero incentivo all'uso della telematica, previsto dalla legge 11 febbraio 2005, n. 15, all'obbligo di utilizzo della stessa nei rapporti tra amministrazioni e anche tra amministrazioni e utenti. In questo modo la legge 7 agosto 1990, n. 241, su cui sono intervenute le principali modifiche, viene allineata a quanto già previsto dal CAD34. Il comma 4 del nuovo articolo 3-bis di detta legge stabilisce che, a decorrere dal 2013, a meno che una diversa modalità di comunicazione o di pubblicazione in via telematica non sia prevista da normativa speciale, le amministrazioni pubbliche e gli esercenti pubblici servizi comunicano con la persona fisica, anche se agente per finalità estranee a un'eventuale attività di impresa o di lavoro autonomo, esclusivamente per via telematica utilizzando il domicilio digitale della persona fisica medesima. Viepiù, «l'utilizzo di differenti modalità di comunicazione rientra tra i parametri di valutazione della performance dirigenziale ai sensi dell'articolo 11, comma 9, del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150».
L'informatica e la telematica diventano, insieme, strumento principe di tutta l'azione amministrativa: i documenti devono essere formati informaticamente, sottoscritti digitalmente, trasmessi elettronicamente; durante il regime transitorio e comunque in casi eccezionali sarà possibile spedire attraverso i canali tradizionali copie analogiche dei documenti informatici. [...]
34 L. LAMBERTI, Le modifiche in tema di procedimento amministrativo introdotte dai decreti semplificazioni, in Rivista amministrativa della Repubblica italiana, fasc. 9- 10/2021, p. 472.
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Informazioni tesi
Autore: | Amedeo Francesco Mosca |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2022-23 |
Università: | Università degli Studi della Campania "Luigi Vanvitelli" |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze della politica |
Relatore: | Laura Lamberti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 108 |
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