Il dolore nelle diverse religioni, assistenza infermieristica
La sofferenza e l'aiuto nella concezione islamica
Secondo la religione islamica qualunque cosa accada nella vita è il risultato del destino o della volontà di Dio; nelle leggi dettate dal Corano “l'uomo ha come primo dovere il rispetto dell'equilibrio cosmico (mente-corpo)”, però non è accettato salvare se stessi invece che un altro individuo e men che meno il singolo invece della comunità. Il fedele deve evitare eccessi nocivi per il corpo e sofferenze inutili, difatti l'idea di sopportazione del dolore per essere salvati e redenti agli occhi di Dio è inaccettabile poiché la vita è sacra e perfetta perché creata da Allah.
Il Corano condanna la sofferenza inutile come castigo per i peccati commessi, accetta solamente una sofferenza per provare la fede e la rassegnazione. Il silenzio e l'interiorizzazione del dolore spirituale vengono praticati solo durante il passaggio dalla vita alla morte.
L'espressione culturale del dolore nel musulmano è una caratteristica che l’infermiere deve osservare attentamente, egli deve fornire un’assistenza particolare dal punto di vista relazionale. L'infermiere deve sempre conservare il senso di speranza nelle azioni e nelle parole verso il paziente sofferente; non deve parlare di morte o di malattia terminale poiché è un argomento vietato, si pensa che parlarne è come richiamarle.
Gli interventi di aiuto consuetudinari che vengono attuati nei confronti della persona sofferente, come interventi di biofeedback o cognitivo-comportamentali, non sono consigliati nelle persone di fede islamica. Le modalità di azione verso la persona devono comprendere rispetto verso le loro usanze nei momenti di dolore e rispetto dei rituali che la famiglia svolgerà con il paziente; per i musulmani è fondamentale. Per riconoscere se il paziente ha dolore, nel caso in cui, per credenza culturale, voglia trattenersi, l'infermiere deve osservare il paziente nelle espressioni facciali, nei movimenti e nei modi di comportarsi; provare a comunicare con il paziente o i familiari e offrire il proprio aiuto, proporre cure o metodi per diminuire il dolore sempre mantenendo un certo contegno, per non rischiare di offendere la persona.
Inoltre alcuni accorgimenti su movimenti ed azioni da evitare:
− battere la mano sulle spalle perché è considerato un gesto offensivo e di mancanza di rispetto
− toccare le mani è tabù
− la stretta di mano con la sinistra è un gesto osceno per i musulmani poiché la sinistra è la mano impura
− porre alla persona farmaci con la mano destra e non con la sinistra
Andando incontro alle abitudini culturali possiamo creare un rapporto buono che faciliterà l'assistenza e la collaborazione da parte dell’assistito.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Il dolore nelle diverse religioni, assistenza infermieristica
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Informazioni tesi
Autore: | Ottavia Gardella |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Medicina e Chirurgia |
Corso: | Infermieristica |
Relatore: | Monica Fabbri |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 50 |
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