Il ruolo della Catalogna e degli enti locali nel progetto di costruzione europea

Durante gli anni della transizione fra l'estrema repressione franchista e il ripristino della Generalitat del '79 la vitalità della cittadinanza catalana nel dimostrare la sua appartenenza alla nazione è sfociata in organizzazioni e manifestazioni civili che fungono da supplenti a quelle infrastrutture culturali e organizzative che in una società civile in condizioni di democrazia sarebbero state supportate dalle istituzioni pubbliche.
Una delle maggiori iniziative è rappresentata dal Congresso della Cultura Catalana al quale nel 1975 parteciparono migliaia di persone e che aveva lo scopo di voler riorganizzare l'ambiente sociale, accademico, economico, scientifico e politico del Paese per accompagnarlo adeguatamente verso il mondo democratico a cui aspirava. Da esso sorsero poi molteplici proposte di avanzamento e progresso alcune delle quali sono rimaste radicate nel funzionamento amministrativo attuale, altre che hanno rappresentato la testimonianza della vitalità di un'epoca e una società piene di idee, progetti, e a volte utopie per il raggiungimento di una vera e propria nazione di cultura catalana. Gli sforzi della società evidenziavano quanto fosse forte la volontà di sopravvivenza di un popolo che non disponeva di strutture statali proprie o sostegni istituzionali su cui contare. Le energie incanalate durante questi anni sfociarono durante la fine degli anni 70 e inizio degli anni 80 in una riorganizzazione della società civile che passò ad occuparsi direttamente dell'aspetto politico delle sue richieste.