Agenda di Sviluppo 2030 e Società 5.0: l’impatto sociologico del Green New Deal e il caso Illimity Bank

L’idea della Società 5.0 viene lanciata dal Governo giapponese nel 2016, nel corso del quinto Science and Technology Basic Plan: una visione ideale di una società del futuro volta al benessere delle persone e sorretta dalle trasformazioni scientifiche e tecnologiche.
Un filone importante dell’antropologia ha tracciato l’evoluzione della società umana in quattro “tappe” o stadi: la società dei cacciatori-raccoglitori; la società agricola; la società industriale; la società dell’informazione. L’analisi del governo giapponese introduce un quinto stadio, ossia la Società 5.0, che si differenzia da quella precedente perché pone al centro il benessere delle persone, configurandosi al contempo come uno stadio evolutivo inevitabile e come un’occasione, direi forse altrettanto ineludibile, non solo per il Giappone ma – questo è il punto davvero interessante, per lo sviluppo globale.
Una Super Smart Society, dunque, capace di veicolare verso il soddisfacimento dei bisogni degli individui e della comunità l’enorme potenziale offerto dalle tecnologie più avanzate e di contribuire così a uno sviluppo economico generale, condiviso e positivo. Una visione che per realizzarsi deve perciò superare le barriere di nazionalità, provenienza, età e genere, combinando questi due assi portanti: l’utilizzo della tecnologia e la cooperazione.
Dati tali presupposti, il Giappone ritiene che la Società 5.0 debba essere molto inclusiva e avvalersi della partecipazione dell’intera collettività nell’individuare i problemi sociali più urgenti e soprattutto nel trovare soluzioni condivise e accettate: per questo, dovrebbe sforzarsi di attivare fasce di cittadini scarsamente coinvolte o nuove categorie, come le donne o le nuove generazioni. Si tratta di un passaggio che ritengo molto interessante anche per l’Italia, penultimo Paese (il Giappone è l’ultimo) del G7 come percentuale di donne presenti nel mercato del lavoro rispetto agli uomini.
Come ho fin qui cercato di dimostrare, molti sono i progetti, le analisi, le riflessioni e gli intenti che da più parti del mondo e attraverso voci e “testimoni” diversi convergono verso l’urgenza di orientare la politica, l’economia, la società verso quello che sinteticamente si può definire Green New Deal ma che ben più ampiamente dovremmo considerare quasi come una nuova “rivoluzione copernicana”.