La rilevanza delle emozioni nel lavoro di aiuto
La socializzazione emotiva
Secondo quanto riportato nei precedenti paragrafi, le osservazioni appurate da Parsons, Bauman e Giddens dimostrano che la società di appartenenza non si limita a trasmettere soltanto valori, norme, forme di linguaggio, comportamenti e conoscenze proprie del contesto, ma come Ghisleni e Moscati75 specificano il processo di socializzazione comprende anche la trasmissione di emozioni permesse o vietate dal medesimo contesto. Tuttavia, non è possibile dire con esattezza quali siano le emozioni socialmente accettate e quali, invece, non lo siano, perché ogni società elabora una propria considerazione sulle emozioni. In altre parole, ogni sistema sociale tende ad attribuire un significato alle varie manifestazioni emotive e non è detto che sia condiviso universalmente. In linea di massima, possiamo affermare che le emozioni vengono socialmente classificate e distinte in positive e negative. La manifestazione di quelle positive è sostanzialmente approvata dal contesto e risulta vantaggiosa per il singolo, in quanto consente di ricevere gratificazione sociale. Al contrario, le emozioni il cui significato culturalmente appreso è di tipo negativo sono scoraggiate se non addirittura del tutto vietate dal contesto stesso. D'altronde il processo di socializzazione in sé prevede la trasmissione di norme. Che si tratti di valori, di conoscenze, o altro, qualsiasi cosa che sia trasmessa di generazione in generazione assume un valore normativo. Perciò agire contro un principio culturalmente appreso significa essere un deviante. E il deviante emozionale è colui che manifesta un'emozione socialmente scoraggiata o vietata e in conseguenza di cine subisce le stigmatizzazioni del contesto, che nei casi più estremi possono addirittura raggiungere l'esclusione sociale. Pertanto, con la socializzazione emotiva il singolo riceve un'educazione che gli permette di gestire i propri stati emozionali, diventando, quindi, competente nel gestire le reazioni, affinché queste risultino conformi ai dettami sociali.
La socializzazione emotiva ha inizio nel contesto familiare e prosegue per tutta la vita attraverso le varie interazioni sociali future. Tuttavia, giunti a questa parte di lavoro potremmo chiederci in che modo la famiglia o il contesto sociale di riferimento trasmettono le regole del sentire.76
Parsons77, a tale proposito, individua cinque meccanismi fondamentali per l'apprendimento. Dal momento che la socializzazione emotiva consiste nella trasmissione e interiorizzazione di norme, è chiaro che l'apprendimento delle stesse potrà dipendere dalla modalità che il singolo sceglie di utilizzare.
Parsons ne individua cinque:
• rafforzamento/estinzione: è quel modello di apprendimento che in Psicologia viene identificato secondo la denominazione "per prove ed errori", in quanto l'acquisizione del comportamento avviene mediante le gratificazioni/privazioni che lo confermano oppure lo scoraggiano;
• inibizione: il soggetto impara ad astenersi dal compiere un'azione, perciò apprende la repressione/soppressione di qualche comportamento/atteggiamento;
• sostituzione: consiste nel trovare un oggetto sostitutivo di gratificazione;
• imitazione: consiste nell'acquisizione di conoscenze, abilità e comportamenti che vengono appresi direttamente dal modello imitato;
• identificazione: simile all'imitazione, l'identificazione non si limita all'acquisizione di conoscenze, abilità e comportamenti messi in atto dal modello imitato, ma prevede l'interiorizzazione in toto del modello in sé.
Questo brano è tratto dalla tesi:
La rilevanza delle emozioni nel lavoro di aiuto
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Informazioni tesi
Autore: | Erica Masia |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2017-18 |
Università: | Università degli Studi di Sassari |
Facoltà: | Servizio sociale ad indirizzo europeo |
Corso: | Servizio sociale ad indirizzo europeo |
Relatore: | Andrea Vargiu |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 106 |
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