Evoluzione ed armonizzazione del private antitrust enforcement nel diritto italiano ed europeo

Il caso prende avvio dalla domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dalla Court of Appeal (England&Wales, Civil Division), alla Corte di Giustizia a norma dell'art.234 CE nella causa pendente tra Courage Ltd e il sig. Bernard Crehan. In particolare il rinvio, operato con ordinanza il16 luglio 1999, sottoponeva al vaglio della Corte ben quattro questioni pregiudiziali attinenti all'interpretazione dell'art. 85 del Trattato CE, divenuto ora art. 105 TFUE, e di alcune altre disposizioni di diritto comunitario.
I fatti principali in causa sono relativamente semplici, e tuttavia per ricostruire in maniera più dettagliata la vicenda è necessario contestualizzarla in un preciso ambito di quella che è stata definita “come una componente irrinunciabile della British way of life”, si tratta infatti di un caso che inerisce la gestione di una public house, da tutti meglio conosciuta come pub. Ciò che qui interessa, dal punto di vista giuridico, è il contratto, alcune clausole dello stesso per la verità, che il sig.Crehan aveva stipulato, o come meglio vedremo, era stato costretto a concludere a suo dire, con la Courage Ltd, una grande impresa produttrice di birra che a sua volta era legata a doppio filo con la Grand Metropolitan, società con diversi interessi nel settore alberghiero e della ristorazione. La Courage e la Grand Metropolitan si erano accordate sulla fusione delle loro public house, i pub, e questi erano concessi i locazione a privati. Per quest'ultimo scopo essi venivano trasferiti alla produttrice di birra e la Inntrepreneur Estates era poi stato stipulato un accordo concernente l'obbligo per tutti i locatari IEL di acquistare la
bevanda esclusivamente dalla Courage. In ordine a ciò i contratti che la IEL stessa stipulava con i suoi locatari prevedevano esplicitamente quest'obbligo di acquisto e altre clausole del contratto non negoziabili.
Nel 1991 il sig. Crehan aveva stipulato con la IEN due contratti di locazione ventennali accompagnati dal suddetto obbligo di acquisto in favore della Courage.
E proprio da un'azione giudiziaria della Courage che prende il via nel concreto la nostra vicenda: da una parte, quest'ultima chiamava in causa il sig. Crehan per il mancato pagamento di ingenti forniture di birra, e dall'altra il convenuto contestava la fondatezza dell'azione, in quanto l'obbligo di acquisto sarebbe stato in contrasto con l'art.85 del Trattato, ora art.81 CE, e formulava sulla base di ciò una domanda riconvenzionale di risarcimento danni. Il sig. Crehan lamentava di essere stato danneggiato dai prezzi d'acquisto delle forniture di birra, in quanto la Courage applicava prezzi più bassi ai gestori di pub indipendenti mentre aveva mantenuto fermi quelli applicati agli esercenti locatari IEL vincolati alla stessa da una clausola di esclusiva. Secondo il convenuto la perdita di profitto che derivava ai locatari IEL da tale pratica era tale da non poter permettere la prosecuzione dell'attività.
Ad una prima lettura la domanda riconvenzionale del convenuto potrebbe apparire quanto meno priva di fondamento sotto il profilo civilistico, infatti il contratto da cui prima facie trae origine il danno del sig. Crehan è appunto un accordo negoziale tra quest'ultimo e un altro contraente. E appunto, per quanto riguarda le problematiche di natura esclusivamente contrattuale, il passaggio chiave della sentenza, “presumibilmente destinato a lasciare il segno sul tessuto più intimo del contratto, è quello in cui viene implacabilmente neutralizzata la portata universale della regola espressa dal brocardo latino nemo auditur propriam turpitudinem allegans”.
Certamente molte delle critiche che sono state mosse alla Corte a causa dell'orientamento manifestato con la suddetta pronuncia involgono considerazioni di ambito privatistico, in particolar modo interessanoladisciplina dei contratti, anche quella di carattere internazionale.