I passi della Media Education nella scuola primaria

Non è difficile notare come a ogni cambiamento sociale, corrisponde un cambiamento anche per quanto riguarda la formazione e la comunicazione. Il sistema scolastico italiano nasce nel 1859 con la legge Casati che sancì la trasformazione dell’istruzione in un servizio pubblico, svolto prioritariamente dallo Stato e rivolto alla popolazione. La struttura scolastica consisteva sull’istruzione elementare di durata quadriennale, articolata in due bienni.

Gli studenti che decidevano di proseguire, inoltre, potevano scegliere se iscriversi al ginnasio o alla scuola tecnica.
In questo periodo la scuola era vista come uno strumento per sviluppare l’identità nazionale e suscitare un sentimento di appartenenza collettiva al nuovo Stato Italiano, costruito in quegli anni. L’obiettivo preposto era quello di cercare di alfabetizzare la popolazione ma, a causa delle condizioni di povertà estrema in cui versava gran parte della popolazione, la legge Casati rimase inapplicata in vaste aree del paese.
A sostegno di quest’obiettivo, nel 1877, arriva la legge Coppito che eleva da due a tre anni la durata dell’obbligo scolastico e prevedeva una serie di sanzioni a carico dei genitori che si rifiutavano di mandare i propri figli a scuola.

Questi innumerevoli cambiamenti, nati dall’esigenza di avere uno stato unitario, trovarono terreno fertile nel 1911 quando, con la legge Daneo-Credaro, lo Stato si assunse le responsabilità finanziarie delle scuole elementari.
In realtà il disegno di espansione dell’istituzionalizzazione era maggiormente rivolto ai ceti medi, inoltre, al di là delle affermazioni di legge, lo Stato italiano non si preoccupava come avrebbe dovuto dell’istruzione dei ceti popolari.
L’assetto organizzativo della scuola italiana subì profonde trasformazioni durante il fascismo, soprattutto per effetto della cosiddetta Riforma Gentile del 1923.
Una delle grandi rivoluzioni apportate dalla riforma era l’innalzamento a quattordici anni dell’obbligo scolastico.