Forme della solitudine: il dialogo con se stessi. Un itinerario filosofico

La trattazione del tema della solitudine nella tradizione filosofico-letteraria percorre le forme filosofiche e letterarie del pensiero occidentale fino ad oggi.
Nel percorso di riflessione che andiamo delineando è importante considerare i secoli che hanno segnato l’avvento della “modernità” e, in particolare, con alcune figure che hanno contraddistinto in età moderna il pensiero occidentale. Da Montaigne a Rousseau, Kant, Nietzsche, passando per Cartesio, Pascal, Hobbes, Spinoza, il pensiero moderno propone riflessioni antropologiche all’insegna dello studio del soggetto, delle sue possibilità conoscitive e psicologiche.
La dimensione della “soggettività” acquista centralità.
Il pensiero di Michel de Montaigne ha rappresentato un momento di sintesi tra antico e moderno: continuità con il pensiero degli antichi e al tempo stesso una profonda discontinuità con quel mondo. Questo proprio perché egli conferisce centralità al soggetto umano e gli riconosce una problematicità che ci consente di ritenerlo, a buon diritto, un precursore dell’indagine introspettiva: «La cosa più importante al mondo è saper appartenere a se stessi».
All’insegna del “parlare di sé”, un “sé” non altisonante, ma colto nella dimensione “minore” della quotidianità, si aprono i suoi Saggi, libere digressioni sulla natura umana.
Montaigne, col suo “io domestico”, precede la più pretenziosa riflessione di Cartesio, nella quale è unanimemente il grande punto di svolta nella considerazione del soggetto pensante e della sua relazione al mondo.