La condizione umana in Hannah Arendt

Anni dopo l'incontro con Heidegger e dopo le vicissitudini della guerra, Hannah sarà pronta a dialogare con il mondo; comincerà a seguire la pubblicazione delle opere heideggeriane, ci sarà poi il “processo Eichmann”, al quale parteciperà in qualità di inviata del settimanale “New Yorker”, e in seguito al quale scriverà una delle sue opere più discusse e “fraintese”, La banalità del male, riflettendo sulla carenza di giudizio davanti al totalitarismo; poi ancora il '68 americano, i movimenti, la guerra in Vietnam, cercando soprattutto di indagare l'essenza del male, della politica e della violenza.
In lei vi sarà sempre una strenue difesa dei diritti dei lavoratori e delle associazioni durante la guerra del Vietnam, e da ricordare, in questo periodo, sono anche gli episodi di disobbedienza civile.
Nel 1972 Hannah Arendt verrà invitata a tenere le “Gifford Lectures” all'Università scozzese di Aberdeen, che già in passato aveva ospitato pensatori di prestigio come Bergson, Gilson e Marcel.
Due anni più tardi, durante il secondo ciclo delle “Gifford”, subirà il primo infarto. Altre opere significative di questo periodo saranno “Vita activa”. La condizione umana55 e il volume teoretico La vita della mente, uscito postumo nel 1978, attraverso il quale la Arendt, sulla falsa riga degli autori greci tanto amati (un amore “inoculato” da Heidegger), riporterà al centro dell'esistenza umana il thaumàzein, “la meraviglia”, “L'autentica filosofia politica potrà scaturire solo da un atto originario di “thaumazein”, dallo stupore. Il 4 dicembre 1975 la grande pensatrice si spegnerà a causa di un secondo arresto cardiaco, nel suo appartamento di Riverside Drive di New York.

Questo il capolinea storico di un'esistenza pensante, pervasa da un senso di gratitudine sempre fedele alla realtà delle cose, gratitudine che si esplicherà sempre nel suo Amor mundi.