Analisi di Customer Satisfaction nel settore turistico museale: il caso di Villa San Michele

Nell’ambito di un processo di integrazione del mercato turistico mondiale e di specializzazione dei prodotti, mentre ai paesi in via di sviluppo è permesso di sfruttare esclusivamente i fattori turistici naturali (clima, natura, ecc.), i paesi maggiormente sviluppati riescono ad avvalersi anche di un tipo di turismo basato su fattori culturali (città d’arte, luoghi storici, ecc.). Un esempio di paese che possiede tali prerogative è l’Italia dove è presente una forte e contestuale propensione al turismo culturale e naturale. Tale propensione è, di fatto, diretta conseguenza dell’enorme “cultural heritage” posseduto e dell’ottima posizione geografica di cui gode.

Il possesso di entrambe le potenzialità turistiche (naturali e culturali), sebbene rappresenti un forte vantaggio, rende però complicato l’individuazione dell’offerta turistica ottimale. Ovviamente, tale circostanza non è definibile un handicap, ma rende la scelta del proprio target turistico più incerta. A prova di ciò, volendo limitare tale trattazione esclusivamente all’ambito culturale italiano, è evidente che nello sviluppare la propria offerta turistica, essa ha favorito alcune tipologie di turismo rispetto ad altre (ad esempio nel formare la propria offerta turistica culturale, l’Italia si è quasi totalmente basata sull’arte classica lasciando all’arte modern e contemporanea un ruolo secondario). Viceversa, altri paesi, come ad esempio Francia e Spagna, hanno preferito una scelta più equilibrata.

È chiaro quindi che le scelte prese dall’Italia hanno puntano esclusivamente a mantenere immutato lo status quo favorendo una politica di recupero e valorizzazione del proprio patrimonio artistico anche se tante volte, osservando lo stato di conservazione di molti monumenti definiti storici e/o d’interesse nazionale, questa scelta sembra essere frutto più di una politica del risparmio che di una scelta strategica di ottimizzazione delle proprie risorse. In ogni caso, il problema reale italiano è che il proprio patrimonio artistico è interamente disperso su tutto il territorio nazionale e ciò ha consentito, e giustificato negli anni, il mantenimento di un forte legame tra territorio ed offerta culturale, che in molti casi ha visto come mediatore esclusivo gli enti locali che spesso non sono riusciti a cogliere appieno le potenzialità di questo mercato.

Quanto detto finora trova nuova conferma nella constatazione che la domanda di arte classica in Italia risulta molto forte solo nelle poche città superstar “Firenze, Roma, Venezia”, mentre non sempre si riesce ad attivare significativi flussi per le innumerevoli altre destinazioni culturali della nazione, pure potenzialmente rilevanti. Cosa ancora peggiore è che laddove queste destinazioni “secondarie” riescano, attraverso enormi sforzi, a sviluppare una rilevante offerta, subentrano nuovi problemi conseguenti al peggioramento delle condizioni di urban livability (Par. 2.4.2).