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Analisi dello scenario economico alla luce delle sfide globali

La risvolta prodotta dalla Politica di Keynes

La dottrina economica che suffragava l'economista pone le sue radici nell'idea che «il libero mercato non possa assicurare la piena occupazione, incoraggiando quindi quanti caldeggiavano il bisogno di regolarizzare il capitalismo mediante l'azione politica»300. Ci fu uno impegno «intellettuale nel definire il benessere soggettivo e collettivo e nel proporre misure di intervento volte a perseguirlo»301. Il confronto vide da una parte i detrattori della visione inerente alla libera iniziativa economica e al mercato, come forme di attiva contribuzione finalizzate a dirimere la questione sociale; dall'altra, i socialisti, i quali indugiavano nel trasmettere fede alla proprietà privata302. Il 19 secolo fu concettualmente scisso in «due grandi ere e modi di pensare: sino all'ultima frazione di secolo, a dominare fu il "periodo classico", avviatosi con Adam Smith; includendo autori come Karl Marx e John Stuart Mill»303.

Essendoci una maggiore enfasi sulla matematica e sulla metodologia, «iniziò il periodo "neoclassico", che arriva sino ai giorni nostri e del quale le entità genitrici furono, fra le tante: Léon Walras, William S. Jevons e Alfred Marshall»304. Al fine di esaminare confacentemente tale concezione è alquanto doveroso menzionare le due correnti, una prettamente epistemica e l'altra essenzialmente morale, che agevolarono saldamente la sua gestazione e la cementificazione come paradigma: il positivismo di Auguste Comte e l'utilitarismo di Jeremy Bentham (Crespo, 2016). Il positivismo è un movimento secondo cui la filosofia, postergando le astrattezze della metafisica, avrebbe dovuto limitarsi ad organizzare i dati delle scienze sperimentali305. Per lo stesso, «il solo sapere è quello che si acquisisce attraverso l'esperienza sensoriale, ponderabile e calcolabile»306. L'utilitarismo si riferisce alla finalità cui sarebbe indirizzata ogni iniziativa economica, per giungere alla più elevata quantità di benessere e per il più alto numero di individui307. Si tende alla ricerca dello star bene evitando il dolore e tutta la sofferenza in generale308. Si opera per soddisfare i bisogni personali, i propri interessi, meno quindi per il bene comune; l'essere umano per natura è assai egoista309.

Il neoclassicismo espose la nozione di homo oeconomicus, un individuo che mira a massimizzare l'utilità, sfruttando nel miglior modo possibile beni e servizi fruibili, valutando quanta proficuità potesse concretamente trarne310. Metaforicamente ci si può riferire ad una figura geometrica, un tetraedro, in cui vi sono tre facce che simboleggiano dimensioni ideologiche e, dentro le quali, vi si muove la bolla economica autoreferenziale. Nella prima viene designato il livello antropologico; il medesimo esprime il concetto di uomo in senso implicito nell'ambito economico e viene percorso dall'edonismo, dall'atomismo e dal naturalismo (Mavilia, 2017). Gli esponenti della scuola neoclassica arrivarono poi a determinare come il mercato naturalmente conduca ad un equilibrio, accompagnato dal più elevato benessere possibile311. Keynes non fu propriamente d'accordo, ma è legittimo che sia stato così; fu un intellettuale che esordì il suo cammino in una sfera operativa distanziante dalla mera teoria economica, con un saggio sulle probabilità elaborato nel primo ventennio del Novecento312.

Una accurata disamina dei modi con i quali le persone discorrono e costituiscono lo scibile saliente onde si giunga all'adozione di idonei processi decisionali313. Pensava che il comunismo potesse essere ammaliante se ricondotto ad un'esacerbazione del quadro economico e suggerì l'applicazione di un rigoroso controllo concernente specifiche attività sociali314. Pose dunque le fondamenta per poter meglio comprendere il genere umano, e questo ha rilevanza, specialmente quando andrà a pubblicare la sua famosissima Teoria generale315. Si dimostrò contrario all'ipotesi utilitarista, credendo che le motivazioni che inducono i soggetti a consumare maggiormente siano molto più articolate di quanto studiato sino ad allora316.

Il britannico valutò inoltre la possibilità di lasciare le decisioni relative agli investimenti ai pubblici poteri, in posizione sensibilmente più appropriata rispetto a consumatori e/o imprenditori. Avrebbe così portato lo Stato a doversi sobbarcare ogni responsabilità e a dover pertanto rispondere all'esigenza di organizzare i rischi a beneficio dell'interesse collettivo317. Gli investimenti avrebbero dovuto conferire l'occasione di dissipare la divergenza tra la domanda e l'offerta, favorendo la piena occupazione, in qualsivoglia congiuntura318. L'economista comprese bene che non sarebbe stato fattibile impostare in modo sistematico questa forma di socializzazione in una società democratica e, pur presentandosi come un modello idilliaco, dovette rinunciarci, senza comunque abbandonare il desiderio di tutelare le politiche fiscali che venivano finanziate mediante il debito319. Si innescò una sorta di rivoluzione da parte di Keynes che ebbe l'effetto di tramutare in modo radicale i processi di interpretazione inerenti all'economia, con l'aggiunta di innovativi termini macroeconomici320. Uno degli aspetti più di rilevanza è che incentivò il distanziarsi dal laissez-faire, incentivando l'attivo ruolo statale nella dimensione economica, non soffermandosi soltanto sull'amministrazione dei compiti primari321.

Anche Lord Beveridge credeva che il mercato non potesse dirimere le discrepanze e che servisse per forza di cose l'intervento statale per avere una svolta322. L'incoraggiamento del pensiero del celebre economista derivò senz'altro da numerosi altri suoi colleghi, pur non mancando idee completamente contrarie e ostacolanti323. Samuelson ad esempio ne «fu un fermo sostenitore, totalmente d'accordo sul necessario agire dello Stato, e del tutto certo che il libero mercato non potesse condurre duramente alla piena occupazione»324. I keynesiani sorressero le politiche di macroeconomia improntate sulla stabilizzazione, utili per il monitoraggio della domanda aggregata. Si trattò di misure tipicamente discrezionali, tese al raggiungimento dell'occupazione massima, anche mediante politiche strutturali e l'immancabile ruolo dell'intervento correttivo e assistenziale dello Stato325. Per converso, Milton Friedman, ad esempio, non manifestò il suo assenso in merito alla politica fiscale come veicolo di strutturazione della domanda nel medio periodo; esplicitò come i reiterati dislivelli economici trovassero la loro origine in motivi squisitamente monetari. Il mezzo per accertare idoneamente la stabilità venne ricondotto all'attuazione delle manovre eseguite dalla banche centrali, onde si potesse organizzare il quantitativo degli strumenti di pagamento presenti in circolazione326. [...]

300 M. Amato, P. Graziano, E. Quattrocchi, op. cit., p. 212.
301 L. Gagliardini, G. Palmerio, op. cit., p. 407.
302 Ibidem.
303 Ivi, p. 408.
304 Ibidem.
305 https://www.treccani.it/
306 G. Sabbatucci, V. Vidotto, il mondo contemporaneo, Editori Laterza, Bari, 2022, p. 219.
307 M. Serra, associazionismo non profit, Edizioni Scientifiche Italiane, 2020, Napoli, p. 86.
308 https://dizionari.repubblica.it/
309 https://www.brainfactor.it/
310 O. Crespo, op. cit., p. 23..
311 https://art.torvergata.it/
312 https://mpra.ub.uni-muenchen.de/
313 Ibidem.
314 https://www.emilianobrancaccio.it/
315 https://dspace.unitus.it/
316 Ibidem.
317 https://www.confindustria.it/
318 https://glossario-definizioni-trading-finanza.blogspot.com/
319 https://amsacta.unibo.it/
320 Ibidem.
321 https://www.tni.org/
322 https://www.arsp.it/
323 https://www.aitomo.it/
324 https://lavoce.info/
325 https://amsacta.unibo.it/
326 https://financecue.it/

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Informazioni tesi

  Autore: Vittorio Neri
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2022-23
  Università: Università per Stranieri "Dante Alighieri" di Reggio Calabria - UNIDA
  Facoltà: Scienze Sociali
  Corso: Programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali
  Relatore: Roberto Mavilia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 104

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