L’evoluzione della professione sanitario/infermieristica con particolare attenzione alla colpa d'equipe
La responsabilità penale
In ordine alla responsabilità penale già si è avuto modo di anticipare nel paragrafo precedente alcune caratteristiche, ma tale forma di responsabilità merita una più approfondita analisi.
Come già anticipato in materia penale è vietata la responsabilità per il fatto di un altro, ognuno risponde pertanto solo per il fatto proprio. Questo è un principio peculiare e tipico della responsabilità penale, diversamente da quanto accade nell’ambito della responsabilità di natura civilistica, dove si può rispondere anche per fatti commessi da altri.
Discende inoltre da questa connotazione che un soggetto potrà essere chiamato a rispondere delle violazioni da lui unicamente commesse solo quando la violazione sia prevista specificatamente come tale dall’ordinamento.
Il carattere distintivo di tale tipo di responsabilità consiste nel fatto che essa è prevista dalle norme penali, cioè da quelle regole di comportamento vertenti su diritti di massima importanza per la collettività, che sono principalmente riportate nel codice penale ma che trovano albergo anche in moltissime norme di natura speciale (cd. leggi speciali) . Si osserva, a proposito della responsabilità di cui trattasi, che la relativa sanzione non soddisfa direttamente la vittima del danno (parte offesa), in quanto sia la eventuale carcerazione del responsabile che la multa pagata allo Stato nulla conferiscono di concreto al soggetto leso. Infatti, se il danneggiato ritiene di aver diritto al risarcimento dei danni subiti patrimoniali e non, può esercitare tale richiesta diventando parte effettiva all’interno del processo penale (la cd. costituzione di parte civile) oppure potrà scegliere di far valere i propri diritti unicamente in ambito civile, disinteressandosi quindi dell’aspetto penalistico.
La violazione delle regole penali costituisce dunque reato, ma perché vi sia reato e attribuzione di responsabilità penale, occorre la compresenza di elementi sia di natura oggettiva che di natura soggettiva.
Quanto ai primi (oggettivi) quanto si sostanziano :
1. nella condotta, cioè nel comportamento attivo od omissivo;
2. nell’evento, cioè nel fatto lesivo;
3. nel nesso casuale, cioè nel rapporto di causa ed effetto tra condotta ed evento.
Il nesso causale rappresenta, tra i tre elementi oggettivi, forse l’aspetto più problematico e sul quale nel corso degli anni più volte - soprattutto in ambito sanitario - si è assistito a difformità di vedute.
Questi diversi orientamenti hanno infine portato a un intervento chiarificatore delle Sezioni Unite della suprema Corte di Cassazione. Con la sentenza Cass. n. 30328 del 10 luglio 2002 detta anche sentenza "Franzese" costituisce, com’è noto, un punto d’arrivo ineludibile per la soluzione dell’annoso problema della causalità giuridica ovvero più propriamente del nesso di causalità, problema che ha lungamente impegnato tanto la dottrina quanto la giurisprudenza. La pronunzia delle S.U. in questione, pur resa in un giudizio penale, ha influenzato anche il settore civile, involgendo problematiche in gran parte comuni e comunque di più ampio e generale interesse. Si è detto, infatti, che l’accertamento della causalità degli eventi costituisca – ed anzi è sempre stata – una delle problematiche più complesse e stimolanti della stessa conoscenza umana. In altre parole, i principi della “Franzese” sono diventati un riferimento importante ed insostituibile per la dottrina come per la giurisprudenza successiva. […]
La Cassazione ha precisato che il nesso di causalità può ritenersi accertato quando "si possa affermare in termini di certezza processuale, ossia in termini di elevata credibilità razionale o elevata probabilità logica, che l'azione doverosa omessa dal medico avrebbe impedito il pregiudizio subito dal paziente".
Quanto al secondo (aspetto soggettivo) nel:
1) dolo;
2) colpa;
3) preterintenzione.
L’aspetto soggettivo assume un ruolo estremamente significativo. Infatti per compiere un reato non è sufficiente che il soggetto commetta un fatto materiale, ma occorre che questo fatto "gli appartenga psicologicamente. Questo è l’elemento che permette di scongiurare qualsiasi forma di natura oggettiva all’interno del nostro penalistico, forme che invece esistono in ambito civilistico.
II dolo si caratterizza per la volontarietà della condotta offensiva e per la previsione di un evento dannoso in conseguenza di quella condotta. Si ritiene che quando la decisione di commettere un fatto-reato viene presa a brevissima distanza dalla sua concreta attuazione esprima una minore intensità criminosa: si parla in questo caso di dolo d'impeto. Se, al contrario, intercorre un certo lasso di tempo tra il momento della decisione e quello dell'esecuzione si realizza il cosiddetto dolo di proposito, che si sostanzia nella premeditazione.
La colpa si caratterizza invece, a differenza del dolo, per la non volontà di compiere un determinato fatto-reato, che si verifica ugualmente a causa di negligenza o imprudenza o imperizia (colpa generica), ovvero per inosservanza di
leggi, regolamenti, ordini o discipline (colpa specifica).
Per negligenza si intende un atteggiamento di trascuratezza, di mancanza di attenzione e di accortezze, una mancanza di diligenza, un'omissione volontaria di determinate precauzioni che il soggetto che compie il fatto conosce e volontariamente non adotta. Nella professione infermieristica un esempio può essere dato da un infermiere che esegue un'iniezione intramuscolare senza prima procedere alla disinfezione della cute e che causa, con il suo comportamento, un ascesso al paziente.
L’imperizia è invece caratterizzata da un'insufficiente preparazione e capacità che un soggetto in realtà dovrebbe avere. È una sorta di incapacità professionale.
L’imprudenza è caratterizzata da un comportamento avventato di un soggetto che, nonostante il pericolo o un'alta probabilità che il suo atteggiamento produca un evento dannoso, agisca lo stesso.
Questo brano è tratto dalla tesi:
L’evoluzione della professione sanitario/infermieristica con particolare attenzione alla colpa d'equipe
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Informazioni tesi
Autore: | Elvana Fortuzi |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | Master Universitario di I° livello in Infermieristica e Ostetricia Legale e Forense |
Anno: | 2015 |
Docente/Relatore: | Peccianti Letizia |
Istituito da: | Università degli Studi di Siena |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 32 |
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