Biocombustibili: una scelta sostenibile?
La resa energetica dei biocombustibili
Un ulteriore critica posta dagli oppositori di questo nuovo metodo per la mobilità sostiene che l'energia necessaria per la trasformazione del prodotto agricolo in biocombustibile, rischia di azzerare i vantaggi del mancato rilascio di anidride carbonica nell'aria, garantito dal fatto che le piante per crescere assorbono l'anidride carbonica prodotta dalla combustione dei biocarburanti.
Inoltre, secondo recenti studi, il bioetanolo prodotto dai cereali ha in media un E.R.O.E.I. che varia tra 0,6 e 1,2: per produrre tale biocombustibile viene bruciata una quantità energetica di carburante fossile che è pari alla quantità energetica di bioetanolo prodotta, ossia una vettura alimentata a bioetanolo produce un inquinamento ( e relativo CO2) al pari di una vettura alimentata attraverso un altro combustibile fossile. Meglio per il bioetanolo prodotto da canna da zucchero, con un E.R.O.E.I. pari a 7-8 e per il biodiesel, che detiene un indice pari a 1,93. Tali performances sono drammaticamente scadenti se si pensa ad altre energie da fonti rinnovabili come quella fotovoltaica (da 4 a 10 E.R.O.E.I.) o addirittura quella eolica (oltre 20 di E.R.O.E.I.)
L'uso della biomassa è ancor più limitato, dato che persino il mais, il più efficiente tra le coltivazioni cerealicole, può convertire solamente lo 0,5 % dell'energia solare in forma utilizzabile. Al contrario gli impianti fotovoltaici o termocollettori sono in grado di trasformare circa il 15 % della radiazione solare in elettricità. In un mondo con una disponibilità di suolo sempre più ridotta, le coltivazioni dedicate a impieghi energetici non sono in grado di competere con il solare e tanto meno con l'eolico, considerata la sua maggiore efficienza per unità di superficie.
Nel 2005, sulla rivista Natural Resources Research, l'ecologo David Pimentel e l'ingegnere ambientale Tad W. Patzek hanno pubblicato uno studio secondo cui sia la produzione di biodiesel da soia e girasole, sia quella dell'etanolo da mais, legno ed erba, consumano di gran lunga più energia di quanta se ne possa ricavare dai combustibili, non tenendo conto né del costo aggiuntivo portato dalle tasse, né dalle esternalità negative portate dei danni ambientali.
Tutto ciò porta alla constatazione che il potere calorifico del biocombustibile è inferiore a quello del petrolio e dei suoi derivati.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Biocombustibili: una scelta sostenibile?
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Informazioni tesi
Autore: | Arianna Penna |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze politiche e delle relazioni internazionali |
Relatore: | Davide Barrera |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 70 |
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