Trasmissione intergenerazionale delle strategie di parenting nell’ottica della Self Determination Theory
La relazione nonni-nipoti
Sottolineare il ruolo cruciale dei genitori nel processo di trasmissione intergenerazionale non deve equivalere, tuttavia, a trascurare il ruolo e le funzioni, seppur con responsabilità differenti, degli altri protagonisti presenti sulla scena familiare.
L’invecchiamento della popolazione, provocato dall’aumento della vita media, rappresenta una componente sostanziale e distintiva della società occidentale moderna. Questo nuovo assetto sociale ha avuto delle inevitabili conseguenze anche sulla struttura e sul funzionamento della famiglia contemporanea, tra cui l’aumento delle famiglie multigenerazionali, in cui coesistono quattro generazioni: quella dei bisnonni, quella dei nonni, quella dei genitori e, infine, quella dei figli. Rispetto al passato, gli anziani di oggi sono molto più dinamici, al punto da impegnarsi, fino a tarda età, in attività culturali e sociali, si attivano al fianco dei figli nel processo di cura e accudimento dei nipoti, alle volte occupandosene tutto il giorno, oppure solo alcune ore del pomeriggio, spesso dopo essere stati a prenderli all’uscita da scuola. In altri termini, una madre impegnata a tempo pieno a lavoro, per problemi di orario o anche di nuove esigenze dei figli (ad es. il doverli accompagnare a scuola, in palestra, in piscina ecc.), è costretta ad avvalersi dell’ausilio dei nonni per svolgere compiti che era impossibilitata a svolgere; per cui si viene a creare una sorta di nuova famiglia “plurigenerazionale”, all’interno della quale, nonostante il più delle volte le generazioni non vivano sotto lo stesso tetto, quella di mezzo delega a quella più anziana parte del ruolo genitoriale.
I “nuovi anziani” sono coloro che, pur nel disimpegno dal mondo lavorativo, assumono «nuovi ruoli sociali, ugualmente significativi, legati al fenomeno dell’associazionismo e alla dimensione attiva dell’anzianità, come la partecipazione a iniziative culturali, viaggi, consumo, cura dei figli e dei nipoti» (Dettori, 2003). Tutto questo ha portato a considerare gli anziani come una risorsa non solo per la famiglia, ma per l’intera società, anziché come un peso e come una fonte di perdita sia a livelli familiare che nazionale; ciononostante non bisogna dimenticare o tralasciare il bisogno di cura e attenzioni, che non sempre vengono espressi e manifestati in maniera diretta, ma che sono tipici di questa fascia d’età.
L’allungamento della vita, così come la maggior quantità di tempo libero a disposizione degli anziani, consente loro di dedicare maggior cura e attenzione al rapporto coi nipoti, attraverso la generatività indiretta, che garantisce lo stabilirsi di legami affettivi, di solidarietà e di reciproco supporto che crescono e maturano nel tempo. I nonni, e il rapporto con loro, rappresentano una grande risorsa per i nipoti, oltre ad essere una valida alternativa rispetto al rapporto con i genitori, connotato da un clima di maggiore tranquillità affettiva e da un minor livello di conflittualità. A questo proposito rispetto al secolo passato, i cambiamenti nell'assetto socioeconomico e culturale dell'attuale società occidentale ha determinato profondi mutamenti delle funzioni e dei ruoli degli esponenti della terza età. Nonostante queste profonde mutazioni, ciò che è rimasta invariata è la funzione che gli anziani vanno ad assolvere all’interno della struttura familiare: garantire la continuità del legame tra le generazioni, attraverso la trasmissione dei valori e delle tradizioni del contesto socio-familiare, e quindi fornire al bambino un esempio concreto e uno stimolo nella ricerca e difesa delle proprie origini sul piano culturale e socio-ambientale.
La letteratura dimostra che nello sviluppo psicoaffettivo infantile il legame con i nonni sarebbe, invece, rilevante in quanto relazione gratificante, che ha lo non solo di consentire la trasmissione di valori e di modelli, ma anche per promuovere l’evoluzione di tutti i membri e la loro giusta collocazione e funzionalità all’interno del contesto familiare: la generazione anziana potrà sentirsi maggiormente coinvolta nella vita dei nipoti e dei genitori, che possono trovare in loro dei validi collaboratori, ma non sostituti al loro ruolo; allo stesso modo, i nipoti avranno l’opportunità di vivere, nel legame di affetto e di intimità con i nonni, un rapporto educativo caratterizzato dalla presenza di atteggiamenti più flessibili e come potenzialmente più ricca dal punto di vista affettivo rispetto a quella che il nonno aveva con i propri figli, in quanto è smussata della dimensione punitiva tipica del ruolo genitoriale. Gli anziani possono assumere quindi una funzione educativa a carattere “cognitivo”, tesa non solo a supplire ma anche ad integrare la funzione genitoriale, come gli stessi bambini riconoscono attribuendo ai nonni modalità relazionali di tipo affiliativo.
Gli anziani, data l’esperienza e la vasta mole di conoscenze e competenze acquisite a accumulate nel corso degli anni, sono i principali fautori della cosiddetta generatività sociale. Erikson con il termine generatività intende «la capacità di prendersi cura delle persone, dei prodotti e delle idee verso cui si è preso un impegno. […] Se la genitorialità riguarda la cura dei figli nell’ambito privato della famiglia, la generatività sociale fa riferimento a un coinvolgimento più ampio con la generazione successiva o al contributo creativo alla società in generale». La generatività sociale può essere intesa come la cura e il riguardo che un soggetto adulto è auspicabile esprima e realizzi nei confronti delle generazioni successive, trasmettendogli ciò che ha valore in termini teorici e pratici.
L’accrescimento significativo della popolazione anziana implica una forte presenza, all’interno della società contemporanea, di una numerosa comunità di protagonisti in grado di incrementare, in modo tutt’altro che indifferente, il capitale sociale. Sono persone impegnate nei vari ambiti, familiare, artistico, culturale, sportivo, ecc., in grado di trasmettere alle generazioni successive la loro eredità valoriale e conoscitiva. Shils (2006) distingue due modalità di trasmissione di tradizioni e di valori. La prima forma è quella denominata meccanica, e corrisponde alla trasmissione e acquisizione quasi inconsapevole delle tradizioni e dei valori familiari, principalmente all’interno di relazioni intergenerazionali. Tale modalità è tipica delle società tradizionali, in cui le norme ed i valori di riferimento, da riproporre e trasmettere alle generazioni più giovani, erano chiare a tutti gli individui. La seconda forma di trasmissione è invece quella cognitiva, tipica della nostra società, per la quale è necessario un lavoro di riflessione e di appropriazione del significato di ciò che si vuole trasmettere, in quanto oggi, all’interno della nostra società in continuo divenire, non viene riconosciuta una validità oggettiva alle norme e ai valori.
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Trasmissione intergenerazionale delle strategie di parenting nell’ottica della Self Determination Theory
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Informazioni tesi
Autore: | Noemi Oriti Titì |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2019-20 |
Università: | Università degli Studi di Messina |
Facoltà: | Psicologia Clinica e della Salute nel Ciclo di Vita |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Francesca Liga |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 82 |
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