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La dinamica dei mercati finanziari: Un'analisi delle relazioni tra i mercati finanziari negli anni di crisi

La relazione cardine tra materie prime e quotazioni obbligazionarie

La relazione cardine fra i prezzi delle materie prime e le quotazioni obbligazionarie rappresenta il punto di partenza fondamentale intorno al quale sono delineate tutte le altre relazioni. La sua importanza è data dalla circostanza che l’andamento dei prezzi delle materie prime, influenzando l’andamento delle quotazioni obbligazionarie, condiziona indirettamente anche il mercato azionario.
Le materie prime assumono ancora più rilievo per la loro capacità di anticipare i livelli futuri d’inflazione, e il loro andamento è misurato dall’indice CRB futures.
L’indice CRB è stato creato nel 1956 dal Commodity Research Bureau è costituito attualmente da un paniere di 19 materie prime, fra le più scambiate sui mercati a termine, fra cui cereali, bestiame, prodotti agricoli, metalli, combustibili32. L’andamento di tale indice tende ad anticipare di qualche mese quello dell’inflazione, intesa come variazione annua dell’indice dei prezzi alla produzione (PPI) o dei prezzi al consumo (CPI)33. In particolare un aumento dei prezzi delle materie prime causa un aumento dei tassi di interesse e concorre alla crescita dell’inflazione; al contrario una diminuzione dei prezzi delle materie prime determina una riduzione dei tassi e concorre riduzione dell’inflazione o alla sua stabilizzazione.
La relazione tra prezzi delle materie prime e quotazioni obbligazionarie è di tipo inverso, quindi i prezzi delle materie prime assumono un andamento assimilabile a quello dei rendimenti obbligazionari. Si precisa che quotazioni e rendimenti obbligazionari rappresentano due misure dello stesso fenomeno; infatti, vi è un aumento dei rendimenti, quando la crescita dell’inflazione sposta verso il basso i prezzi di mercato dei titoli obbligazionari, viceversa si verifica una riduzione dei rendimenti, quando la diminuzione dell’inflazione sposta verso l’alto i prezzi di mercato dei titoli obbligazionari. Ovviamente vi sono delle cause di tipo macroeconomico che giustificano tale comportamento dei mercati: durante le fasi di espansione economica l’aumento della domanda di materie prime e di moneta ne fa aumentare rispettivamente i prezzi e i tassi d’interesse; le autorità monetarie per contrastare le pressioni inflazionistiche possono favorire un nuovo aumento dei tassi ripercuotendosi negativamente sulla crescita economica. Viceversa nelle fasi di recessione la domanda di materie prime e moneta diminuisce, quindi, prezzi e tassi diminuiscono.

La figura 1.6 pone a confronto l’andamento dell’indice CRB con quello dei titoli obbligazionari americani a 30 anni, dal 1980 al 2000. Il grafico conferma quello che è stato appena affermato, ossia che l’andamento delle materie prime, rappresentato dall’indice CRB, è legato da una relazione inversa con i prezzi delle obbligazioni (relazione diretta con i rendimenti T-Bond). Dopo che le materie prime hanno raggiunto il massimo all’inizio del 1996, hanno mantenuta una quasi perfetta correlazione inversa con i prezzi delle obbligazioni del tesoro fino alla fine del 1998, come mostrato in figura 1.6. Il massimo dell’indice CRB della primavera del 1996 ha coinciso con il minimo dei prezzi dei titoli obbligazionari. I primi mesi del 1997 hanno visto una correzione al ribasso dei prezzi delle obbligazioni, al quale è coinciso un rimbalzo dell’indice CRB. Durante la primavera dello stesso anno, comunque, le obbligazioni hanno iniziato un importante progresso che è durato fino alla fine del 1998. Le materie prime hanno raggiunto il massimo entro un mese del minimo del mercato obbligazionario e hanno subito una discesa per tutto il resto dell’anno. Nell’ottobre del 1997 (tre mesi dopo che la crisi valutaria asiatica era cominciata), i prezzi delle obbligazioni sono saliti su nuovi massimi per l’anno mentre le materie prime sono crollate. Questa relazione inversa è durata per tutto il 1998 e non sembravano esserci conseguenze legate alla minaccia di deflazione34.
Una volta esplicata la presenza della relazione inversa tra prezzi delle materie prime e quotazioni obbligazionarie si cercherà di spiegarne l’utilizzo pratico ed i vantaggi ottenibili.
Fra i metodi operativi di utilizzo delle relazioni fra i mercati vi sono le tecniche di analisi grafica come trendline, supporti e resistenze. Uno strumento utile ai fini dell’analisi può essere individuato nell’indice di forza relativa, il quale scaturisce dal confronto tra due serie di quotazioni, generalmente è rappresentato dal confronto fra due serie numeriche, ciascuna relativa a un differente strumento o indice di mercato. I valori dell’indice si ottengono facendo il rapporto tra ciascun termine di una serie storica e il termine corrispondente, sotto il profilo temporale, di una seconda serie. La successione di valori ottenuti e rappresentati graficamente dà l’esatta percezione di come un valore quotato si sia mosso nel tempo rispetto ad un altro. In questo caso si parla dell’indice di forza relativa CRB Futures/T-Bond, ottenuto dividendo per ogni periodo il valore del CRB Futures con la quotazione del T-Bond. L’interpretazione è elementare: quando l’indice assume un trend crescente i prezzi delle materie prime stanno aumentando più in fretta, oppure stanno diminuendo meno velocemente, delle quotazioni obbligazionarie, individuando un’intensificazione delle pressioni inflazionistiche. Viceversa quando l’indice assume un trend decrescente si individua una diminuzione delle pressioni inflazionistiche, in quanto i prezzi delle materie prime stanno diminuendo più in fretta o aumentando meno velocemente delle quotazioni obbligazionarie.
Un ultimo aspetto da tenere in considerazione è il ruolo dei tassi d’interesse a breve termine. In particolare anche i tassi a breve, ad esempio i tassi sui T-Bill35, hanno una relazione diretta con l’indice CRB Futures; la loro particolarità è però che tale relazione risulta essere meno forte rispetto ai tassi a lungo termine, in quanto la Federal Reserve è in grado di influenzare direttamente i rendimenti del mercato monetario con le sue politiche di espansione o riduzione dei livelli di liquidità del sistema bancario. I tassi a lunga, invece, risultano essere influenzati dalle aspettative sull’inflazione degli operatori e quindi la relazione con l’indice CRB Futures ha un maggior rilievo. Può essere utile osservare l’evoluzione dei titoli a breve termine, come le quotazioni futures dei T-Bill o dell’Eurodollaro, in quanto le loro inversioni di tendenza avvengono contemporaneamente a quelle dei titoli obbligazionari e, a causa della loro maggiore escursione, ne consentono una migliore identificazione. Di conseguenza non è consigliabile acquistare obbligazioni in presenza di un rialzo dei rendimenti del mercato monetario.
Concludendo si può affermare che il mercato delle materie prime e quello obbligazionario sono legati da una relazione inversa, quindi sono interdipendenti; ne risulta dunque estremamente vantaggiosa l’analisi congiunta dei due mercati. Gli operatori sia dell’uno sia dell’altro mercato devono concentrare la propria analisi nel proprio mercato ma senza mai perdere d’occhio l’andamento dell’altro. Infatti, lo scopo ultimo di quest’approccio consiste nell’estendere l’analisi a 360 gradi, per riuscire ad identificare tempestivamente i possibili eventi chiave in grado di incidere sull’andamento dei mercati, da qualunque segmento finanziario provengano.



32 Si è scelto l’indice CRB fra i numerosi indici generali delle materie prime per la sua rappresentatività dell’intero mercato, la sua diffusione presso gli operatori e per l’esistenza del futures sull’indice ed anche per ciascuna delle sue 19 componenti.
33 Murphy John J., Analisi tecnica intermarket, Il Sole24ore libri 1996.
34 Murphy John J., Intermarket analysis: profiting from global market relationships, Wiley, 2004.
35 Equivalenti ai nostri Bot.

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Informazioni tesi

  Autore: Antonio Graziano
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi di Siena
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia e Gestione degli intermediari finanziari
  Relatore: Lorenzo Frediani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 122

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mercati finanziari
azioni
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