La riduzione del capitale sociale nella società per azioni
La regola c.d. “ricapitalizza o liquida” nell’ambito della Seconda Direttiva
È stato fatto cenno a tale regola nelle pagine precedenti in due principali occasioni: da un lato come una delle due funzioni essenziali del sistema del capitale sociale come mezzo di tutela dei creditori, accanto ai limiti imposti sull’attivo patrimoniale per far sì che rimanga tale. Dall’altro lato una regola che deve essere affiancata alla regola che prevede l’obbligo di una cifra minima di capitale sociale a tutela dei creditori; in questa ultima occasione ho specificato che detta regola è prevista in molti ordinamenti nazionali, ma non nella Seconda Direttiva.
Tuttavia, pur non essendo espressamente menzionata nella Seconda Direttiva, la regola “ricapitalizza o liquida” è ad essa, in qualche modo, legata e lo si vedrà nel corso della seguente analisi. In primo luogo però essa è strettamente connessa al tema della conservazione del capitale sociale. Si è già visto come nella Seconda Direttiva, l’insieme di norme che disciplinano la conservazione del capitale occupano un posto centrale, analizzando il dibattito che si è sviluppato attorno ad esso.
La Seconda Direttiva contiene infatti norme aventi la specifica funzione di conservare il capitale nella sua integrità e consistenza quantitativa come quelle che pongono limiti alla distribuzione di attivo ai soci ed alla restituzione dei conferimenti attraverso la riduzione del capitale.
Ritornando alla regola “ricapitalizza o liquida” essa non è prevista esplicitamente dalla Seconda Direttiva e ciò si può facilmente dedurre dall’analisi di due norme che si occupano dell’ipotesi del verificarsi di perdite che incidono sul capitale sociale e dei relativi provvedimenti.
Da un lato c’è l’articolo 17 della Direttiva il quale prevede che, qualora il capitale sottoscritto scenda al di sotto del minimo a causa di una grave perdita (la gravità della perdita è indicata dall’art. 17, par. 2, ossia se incide sul capitale in misura superiore alla metà o alla minore soglia stabilita dagli Stati Membri), deve essere necessariamente convocata l’assemblea affinché valuti “se sia necessario sciogliere la società o prendere altri provvedimenti”. Prima di tutto non viene sottolineato cosa si intende per “altri provvedimenti” e, inoltre, la Direttiva non impone all’assemblea di adottare una deliberazione (sia essa di scioglimento, trasformazione o di ricapitalizzazione), né che debba ricostituirsi il capitale minimo, lasciando liberi gli azionisti di rimanere anche inerti di fronte alla situazione di perdita.
Questo brano è tratto dalla tesi:
La riduzione del capitale sociale nella società per azioni
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Informazioni tesi
Autore: | Francesca Fioravanti |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Firenze |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Lorenzo Stanghellini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 233 |
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