La "nuova" legittima difesa: la modifica legislativa e le prime applicazioni giurisprudenziali
La reazione dell'aggredito: il "soccorso difensivo"
L'altra condotta su cui ruota l'intero istituto in esame è quella del difensore: contro un soggetto che pone in essere una condotta aggressiva, non espressamente autorizzata dall'ordinamento e potenzialmente lesiva (in quanto suscettibile di provocare un pericolo "presente") di un interesse giuridicamente protetto, è ammessa la "reazione difensiva". Oggetto della condotta in questione, così come per quella aggressiva, risulta essere un "diritto proprio o altrui". Non occorre qui riproporre l'analisi relativa al concetto di diritto e ai beni concretamente difendibili ex art. 52 c.p., già ampiamente sviluppata in precedenza. Piuttosto, pare utile soffermarci sull'ipotesi di "difesa di un diritto altrui", il c.d. "soccorso difensivo", ossia quella fattispecie in cui un terzo interviene in difesa di un bene, tutelato dall'ordinamento, imputabile alla sfera giuridica dell'aggredito. Se consideriamo la ratio sottostante l'estensione dell'esimente in esame alla tutela di diritti di terzi aggrediti, ricollegabile -da un lato -all'attribuzione al pubblico cittadino, quando lo Stato non possa intervenire tempestivamente, di una funzione di pubblica polizia attraverso cui combattere l'infrazione di norme penali e .dall'altro lato -al "principio di solidarietà umana", ricavabile dalla Costituzione, avente la funzione di incentivare la difesa non "egoistica" di beni giuridicamente protetti al fine di evitare il pericolo che la reazione difensiva, protettiva esclusivamente dei propri beni, possa assumere i connotati di un atto di vendetta, ci si deve chiedere a questo punto chi può rivestire la qualità di terzo aggredito. A tal proposito, sembra potersi accogliere quella dottrina che ritiene che tale soggetto possa essere "chiunque", fermo restando il presupposto del possesso della soggettività giuridica del "soccorso difensivo": per cui oggetto del soccorso difensivo potrà essere, in primis, il diritto o interesse giuridicamente protetto di una persona fisica, diritto o interesse difendibile indipendentemente dal rapporto (di amicizia, parentela ecc.) che sussiste tra tale persona e il soccorritore; se così non fosse, da un lato tale istituto assumerebbe i connotati di strumento di vendetta idoneo a tutelare interessi riferibili ad una ristretta cerchia di persone (familiari o conoscenti), con evidenti richiami a quelle forme di difesa primordiali sviluppatesi nel diritto barbarico, e dall'altro lato sarebbe "iniquo" riconoscere la scriminante soltanto a colui che abbia reagito spinto dal legame affettivo nei confronti della vittima dell'aggressione, e non anche a colui che, pur essendo svincolato dal suddetto legame con l'aggredito, intervenga in sua difesa spinto da solidarietà umana o, come è stato affermato, da un "senso di moralità superiore".
In secondo luogo, difendibili dal soccorritore sarebbero anche quei diritti facenti capo ad una persona giuridica pubblica o privata che, possedendo determinati beni come le persone fisiche, può subire un pericolo di lesione del suddetto bene giuridico, pericolo che può essere sventato attraverso l'intervento di persone fisiche nella veste di soccorritori: si pensi, ad es., all'ipotesi in cui un visitatore di un museo impedisca, in favore dell'ente pubblico, il furto di un quadro ad opera di un ladro. Anche in questi casi, dunque, sarebbe ammesso il "soccorso difensivo" a tutela di un diritto altrui, ma a condizione che tale diritto sia riferibile ad un soggetto determinato, e che pertanto non sia un interesse collettivo o superindividuale, tutelato da organi pubblici e non dai privati cittadini nella veste di soccorritori, e ciò al fine di evitare da parte di costoro un'indebita intromissione nelle funzioni di competenza dello Stato realizzate mediante appositi organismi (come, ad es., le funzioni di sicurezza pubblica, che spettano alla polizia, all'esercito ecc.).
In questo senso pertanto, con riferimento ai beni difendibili, sarà esclusa la reazione del terzo nei confronti degli interessi pubblici dello Stato, nonostante una dottrina ritenga, al contrario, rientranti nel novero dei beni tutelabili mediante soccorso difensivo ex art. 52 c.p. tali interessi. All'opposto, non vi sono dubbi in dottrina circa la legittima difendibilità dei diritti soggettivi della persona, dei diritti indisponibili e di quelli appartenenti al soggetto soccorso che non possa prestare un valido consenso, nonché sulla difendibilità dei diritti patrimoniali, anche se taluno la negherebbe, opponendosi ad una totale equiparazione tra il concetto di "diritto proprio" e quello di "diritto altrui".
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La "nuova" legittima difesa: la modifica legislativa e le prime applicazioni giurisprudenziali
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Informazioni tesi
Autore: | Manuel Mattia |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Lecce |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Francesco Centonze |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 174 |
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