Il principio di alternatività tra imposta sul valore aggiunto e imposta di registro
La ragione giustificatrice posta alla base dell'alternatività
Il principio dell'alternatività dell'Iva rispetto all'imposta di registro, oltre che teorizzato a livello strutturale dei due sistemi trova, quindi, specifica collocazione normativa nell'art. 40, D.P.R. e n.131/1986.
L'applicazione dell'imposta proporzionale di registro è in linea generale esclusa quando l'atto è assoggettato all'imposta sul valore aggiunto evitando, la duplicazione del prelievo tributario.
La normativa, tuttavia, collega l'alternatività tra le due imposte al solo fatto che un'operazione rientri nel campo di applicazione Iva e quindi anche ad alcuni casi in cui in relazione ad una cessione o prestazione di servizi oggetto dell'atto sottoposto a registrazione siano semplicemente assolti gli obblighi formali previsti in ambito Iva, a prescindere dall'effettivo pagamento della stessa.
L'alternatività tra le due imposte non è dunque connessa alla circostanza che un atto sottoposto a registrazione sia relativo ad operazioni imponibili ai fini Iva, ma si realizza anche quando l'imposta non sia dovuta in presenza di operazioni non imponibili od esenti.
Come chiarito in precedenza le operazioni imponibili caratterizzate dalla coesistenza dei requisiti, oggettivo, soggettivo e territoriale, sono soggette agli obblighi formali e consentono la detrazione dell'Iva pagata sugli acquisti, mentre le operazioni non imponibili sono caratterizzate dalla mancanza del requisito della territorialità, ma sono assoggettate agli adempimenti formali e consentono la detrazione dell'Iva pagata a monte.
Ebbene, il principio di alternatività tra Iva e imposta di registro, secondo la dottrina deve essere interpretato nel senso di un'applicazione agevolata dell'imposta di registro a tutti gli atti soggetti a registrazione, sia in termine fisso che in caso d'uso, soggetti ad Iva, anche se non imponibili od esenti ai sensi degli artt. 5 e 40, D.P.R. n.131/1986.
Alla luce della ricostruzione effettuata dalla dottrina prevalente basata sulla duplice natura dell'imposta di registro, l'alternatività sembrerebbe allora avere come scopo non solo quello di evitare la doppia imposizione, ma anche quello di evitare interferenze tra le due imposte in relazione alla medesima operazione.
Quindi, la ragione giustificatrice posta alla base del principio di alternatività è, infatti, da rinvenire anche nel caso di operazioni esenti e non imponibili, poiché altrimenti il meccanismo del tributo Iva si altererebbe, applicando l'imposta di registro su operazioni d'impresa finalizzate all' immissione al consumo di beni o servizi.
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Il principio di alternatività tra imposta sul valore aggiunto e imposta di registro
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Informazioni tesi
Autore: | Alessio Apicella |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Scienze economico-aziendali |
Relatore: | Menita De Flora |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 93 |
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