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Il Gioco D'azzardo. Un'analisi del fenomeno nel comune di Avola

La psicologia del giocatore

Il giocatore problematico non riesce ad avere un pieno controllo sul gioco, che inizia ad interferire con la sfera personale, familiare, sociale. La persona inizia a dedicare sempre più tempo al gioco, la frequenza delle giocate si fa più alta, la quantità di denaro speso aumenta e il gioco inizia ad avere un ruolo predominante nella vita della persona (Picone, 2010).
Il gioco d'azzardo, infine, può spingere il giocatore a giocare compulsivamente trasformandosi in una vera e propria patologia. Dal momento in cui il gioco si trasforma in un problema, influenza negativamente diversi aspetti della vita personale.

Il giocatore:
• inizia a spendere tempo e soldi al gioco piuttosto che trascorrere il tempo con la famiglia e gli amici
• mente agli amici e ai familiari
• aumenta l'indebitamento e diventa difficile pagare i debiti in tempo
• si sente di cattivo umore, si presenta arrabbiato ed irritato.

Il rischio di sviluppare una dipendenza dal gioco d'azzardo è più elevata nelle persone con bassa autostima, con alti livelli di risk taking (assunzione del rischio) e di sensation seekin ovvero la ricerca di sensazioni forti (Breen, Zuckerman, 1999).

La sensation seeking è una condizione comune a molti gamblers. Secondo questo concetto il gioco è praticato in quanto situazione capace di provocare eccitazione e piacere soprattutto per l'elemento di rischio, di imprevedibilità, sorpresa e novità che caratterizzano il gioco stesso (Caretti et al., 2009).

Caretti e La Barbera (2009) evidenziano che questo tratto sembra più presente nei giocatori che prediligono giochi veloci e nei quali si ha la percezione di avere ruolo attivo come ad esempio accade nelle corse dei cavalli, rispetto ai giochi statici e ripetitivi come le slot machine, in cui la puntata è fissa e il ritmo monotono.

Le strategie di coping centrate sulle emozioni e sull'evitamento, predicono la possibilità di un problema da gioco d'azzardo (Picone, 2010); mentre coloro che dipendono dal gioco spesso sono vittime di distorsioni cognitive quali l'illusione di controllo, l'intrappolamento, la fallacia del giocatore e il fenomeno della quasi-vincita ovvero quel meccanismo che porta a pensare, anche a seguito di ripetute perdite, di essere vicini alla vittoria.

L'illusione di controllo è definita come una distorsione cognitiva che porta le persone a considerare gli eventi di tipo aleatorio come se fossero sotto il loro controllo e tende a legare eventi che in realtà sono indipendenti tra di loro.

La fallacia del giocatore si verifica invece, quando il giocatore tende a sopravvalutare la propria probabilità di successo in seguito a una sequenza di previsioni inesatte.
L'intrappolamento è un altro importante concetto introdotto da Lesieur nel 1979 in riferimento al gioco d'azzardo. L'intrappolamento o fenomeno del chasing è la falsa credenza che la perseveranza al gioco verrà, prima o poi, premiata con una vincita.

Un ulteriore costrutto utile a spiegare il comportamento dei giocatori d'azzardo è il locus of control (Rotter, 1960). Il "locus of control" misura il grado in cui la gente pensa che la propria abilità possa influenzare o controllare ciò che avviene. I soggetti con "locus of control" interno, credono di poter controllare ciò che avviene attraverso i propri sforzi; i soggetti con "locus of control" esterno pensano, invece, che sia il fato a dirigere la loro vita (Picone, 2010).

Custer nel 1894 individuò le diverse fasi che accompagnano il giocatore verso la perdita del controllo sul gioco e verso la distruzione delle relazioni familiari e sociali.

La prima fase è la fase - "Vincente". Durante questa fase il giocatore si trova ancora nell'area del gioco sociale che avviene di solito con amici e parenti. L'idea è di divertirsi, si prova l'emozione della vincita e ci si dimentica per un breve periodo di altri problemi e preoccupazioni. Con il passare del tempo il giocatore, per il piacere provato, inizia a pensare che il gioco sia un'opportunità di guadagno facile e piacevole e crede che possa smettere di giocare quando vuole senza impedimenti. La frequenza della vincita rinforza inoltre nel giocatore la convinzione di essere estremamente abile, crea in se stesso la convinzione di essere migliore degli altri. Il gioco in questa fase potrebbe evolvere da occasionale a frequente, investendo anche maggior denaro. Inizia ad innescarsi una dipendenza psicologica che può rappresentare il rimedio per stati di depressione, ansia e noia.

La seconda fase - "Perdente", in questa fase aumentano il denaro e il tempo speso giocando d'azzardo, il gioco diventa sempre più solitario, il giocatore inizia a perdere smisuratamente. Il gioco occupa l'intera giornata e inizia a presentarsi la progressiva perdita di controllo sul comportamento. Il bisogno continuo di denaro, porta il giocatore a consumare il patrimonio personale iniziando ad indebitarsi. Per recuperare il denaro speso il giocatore tende a puntare su giochi che offrono minori opportunità di vincita ma che promettono vincite più elevate. È in questa fase che inizia ad innescarsi il fenomeno della "rincorsa alla perdita" (Lesieur, 1979). Certo di essere prossimo ad una vincita che gli faccia recuperare le grosse perdite, le bugie e le menzogne diventano un comportamento compulsivo che si struttura nella personalità del giocatore per coprire i continui ammanchi e prestiti che egli è costretto a fare per continuare a giocare (Sorce, 2013).

Il passaggio successivo è la fase - "Disperazione", durante la quale c'è una totale perdita della capacità del controllo del gioco. Questa attività è diventata un vero e proprio bisogno che il giocatore deve soddisfare a discapito delle relazioni importanti. La persona può commettere atti illeciti nel disperato tentativo di conquistare la grande vincita vista come l'unica via d'uscita possibile. Il giocatore diventa irritabile, agitato e si isola dagli altri. Sono comuni in questa fase alterazioni del tono dell'umore, attacchi di panico, fantasie di fuga e di suicidio. Nonostante ciò il giocatore si mostra ancora sicuro di sé soprattutto durante le fasi del gioco. È difficile per lui, smettere di giocare e porsi dei limiti, attribuisce la causa delle perdite ad un passeggero periodo di sfortuna. A questo punto il meccanismo del chasing si fa più forte. La rincorsa alla perdita porta la persona a giocare sempre più frequentemente e sempre più denaro, chiede prestiti nel tentativo di recuperare il denaro perduto. È convinto del fatto che tutto verrà recuperato. Questa fase può condurre il giocatore a una richiesta di aiuto (Donadeo, 2014).

Le fasi fin qui descritte descrivono il percorso tipo che conduce al gioco d'azzardo patologico. Le fasi successive corrispondono al recupero del giocatore d'azzardo. Attraverso questo percorso si giunge ad un cambiamento de proprio stile di vita quindi, ad un cambiamento dell'assetto psico-comportamentale della persona che gli consentirà di superare la dipendenza (Sorce, 2013).

La quarta fase è la fase - "Critica". In questa fase grazie all'aiuto di un esperto, alla collaborazione della famiglia, si smette di giocare, si torna a lavorare, si fa un programma di risarcimento dei debiti e si ritorna a progettare il proprio futuro rielaborando i problemi con nuove motivazioni. […]

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Il Gioco D'azzardo. Un'analisi del fenomeno nel comune di Avola

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Informazioni tesi

  Autore: Vania Fronte
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2015-16
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Concetta De Pasquale
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 66

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