La paura della criminalità nella città di Forlì: analisi comparativa tra criminalità reale e senso di insicurezza percepito
La prospettiva ecologica e dell'incivility
Le prime indagini che hanno studiato il senso di insicurezza dei cittadini muovevano dall'implicito assunto che essa fosse strettamente legata all'incidenza della criminalità. Molte inchieste di vittimizzazione negli stati Uniti e in Gran Bretagna hanno evidenziato al contrario che la paura del crimine è molto più diffusa dei reati, e che spesso le aree con alti tassi di criminalità non sono caratterizzate da un'elevata insicurezza e non sempre le persone con un alto rischio di subire un reato si dichiarano più impaurite delle alte.
Allo stesso tempo il luogo di residenza si è dimostrato un buon predittore della loro paura della criminalità. Molti studi hanno riscontrato infatti una relazione positiva tra la dimensione del comune di residenza e la diffusione dell'insicurezza. Con certezza, infatti, possiamo affermare che la sicurezza è un concetto relativo, che dipende dai bisogni individuali in rapporto al contesto di riferimento; in particolare chi vive nei grandi centri urbani ha una maggiore probabilità di sentirsi insicuro rispetto ai residenti delle aree rurali e dei piccoli comuni.
Il problema della sicurezza sociale rimanda, quindi, da un lato quello del controllo sociale, dall'altro all'ambiente sociale, alla qualità della vita e ai rapporti tra i cittadini e le istituzioni. Da questi spunti negli anni '70/'80 del secolo scorso si è sviluppata una corrente importante di studi: la prospettiva ecologica la quale comprende le teorie e le ricerche che studiano l'influenza delle caratteristiche ambientali sulla diffusione dei reati e della paura del crimine attraverso studi multidisciplinari provenienti da discipline quali la sociologia, l'urbanistica, la psicologia ambientale, la geografia umana e l'architettura.
Tra le più importanti teorie in questo ambito vi sono la teoria dello "spazio difendibile" (defensible space) e della territorialità , la teoria delle "finestre rotte" (broken windows theory) e la teoria delle inciviltà (incivilities theory). L'aspetto comune è la condivisione di una particolare attenzione alle caratteristiche dei contesti in cui sui trovano gli attori sociali, mentre le divergenze riguardano il tipo di ambiente oggetto di studio che varia da quello materiale, spaziale e architettonico a quello sociale e/o di utilizzo del territorio. La teoria dello spazio difendibile elaborata da Newmann nel 1972 sostiene che le caratteristiche dell'ambiente spaziale e architettonico di un quartiere siano in grado di influenzare le opportunità di compiere reati, il senso di controllo del territorio da parte dei residenti e la diffusione della paura del crimine.
L'autore muovendosi secondo una traiettoria già abbozzata dalla scuola di Chicago, all'interno di più ampie indagini di stampo socio-criminologico sull'ecologia del crimine, ha individuato ed esaminato il rapporto esistente fra l'iter decisionale del reo e la configurazione architettonica della città. In particolare, la presenza di grandi edifici con ingressi poco visibili, zone dotate di scarsa o insufficiente illuminazione, giardini e cortili "nascosti" e strade ad alta intensità pedonale di traffico contribuiscono ad aumentare le possibilità di successo dei criminali. Per la prima volta, le statistiche criminali sono state consultate sotto il profilo del rapporto esistente fra la tipologia di crimine commesso ed il design ambientale del luogo che ne è stato lo sfondo. Ne è conseguita una esauriente rassegna, supportata da una vasta documentazione di disegni, foto e cartografie, in cui si svelavano le caratteristiche criminali di parti di edifici o di quartieri. Partendo da tali assunti questa prospettiva sviluppa un orientamento di policy in quanto sostiene sia possibile ridurre i tassi di criminalità e insicurezza operando adeguate modifiche alle caratteristiche ambientali.
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Informazioni tesi
Autore: | Giovanni Giliberti |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Criminologia applicata per l'investigazione e la sicurezza |
Relatore: | Andrea Antonilli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 239 |
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