La problematica della violenza di genere e il ruolo dei Centri Antiviolenza
La prospettiva di Marcela Lagarde: il femminicidio come violenza istituzionale
Il notevole lavoro di Diana Russell appassionò diverse menti, tra cui quella di Marcela Lagarde, un'antropologa e politica messicana che, ad oggi, rappresenta una figura di spicco all'interno del movimento femminista latinoamericano.
L'Autrice ha contribuito fortemente alla divulgazione del termine femmicidio, arrivando persino ad ampliarlo e a completarlo con l'introduzione di un nuovo concetto, quello di "femminicidio".
Ed è in virtù di ciò che, convenzionalmente, Diana Russell viene identificata come la teorica del femmicidio, mentre Marcela Lagarde viene considerata la teorica del femminicidio.
L'intento principale di Marcela Lagarde era quello di utilizzare e di tramutare l'ideologia della Russell in una campagna politica per il suo paese, il Messico.
In particolare, l'Autrice utilizza per la prima volta il termine "femminicidio" nel 2004 per descrivere una sconvolgente realtà, quella di Ciudad Juarez, una città appartenente allo stato messicano del Chihuahua.
A partire dal 1993, nella zona di Ciudad Juarez, è stato registrando un numero impressionante di donne brutalmente assassinate.
Qualche dato numerico su questo terribile scenario ci viene offerto da una giornalista, Diana Washington Valdez, che fu una delle prime figure ad interessarsi a questo fenomeno, cercando inoltre di identificarne delle possibili cause.
A tal proposito, Diana Washington Valdez (2005) afferma che parte degli assassini sono giovani provenienti da contesti abbienti e da famiglie con considerevoli quantità di denaro; questi giovani sono soliti relazionarsi con personalità appartenenti al narcotraffico, corrompendo gli agenti di polizia e comprando il loro silenzio.
Si stima che tra il 1993 e il 2004, solo in Ciudad Juarez, siano state assassinate 391 donne, di cui 42 mai identificate.
Diana Washington Valdez era convinta che, assieme agli assassini, anche lo Stato e le istituzioni giocassero un ruolo fondamentale in questa vera e propria carneficina. L'Autrice parlava di uno Stato indifferente nei confronti di questi crimini brutali consumati contro le donne messicane, tant'è che molti assassini potettero godere dell'impunità.
La Lagarde condivideva il pensiero della giornalista Valdez e infatti, durante il suo incarico alla Comisiòn Especial de Femicidio, spiegò che la situazione in Ciudad Juarez fosse pervasa dalla presenza di un fenomeno che l'Autrice definiva "violenza istituzionale".
Secondo Marcela Lagarde (2005) il femminicidio non avviene solo per mano del soggetto attivo che commette il reato, bensì per mano delle istituzioni che non intervengono in alcun modo per fornire protezione alle donne che subiscono violenza.
L'impunità degli assassini, la negligenza delle autorità, l'indifferenza da parte dello Stato, i rapporti di collaborazione tra maltrattanti e agenti di polizia: tutto questo non fa che alimentare la diffusione della violenza perpetrata contro le donne.
Questa tipologia di violenza, spiega l'Autrice, si verifica soprattutto in contesti in cui vi è un governo instabile e non esiste il cosiddetto Stato di diritto.
Sembrerebbe quasi di parlare di una violenza che, pur essendo illegale, è in un certo qual modo legittimata.
Questo brano è tratto dalla tesi:
La problematica della violenza di genere e il ruolo dei Centri Antiviolenza
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Informazioni tesi
Autore: | Antonietta Chiara Sergi |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2020-21 |
Università: | Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano |
Facoltà: | Psicologia |
Corso: | Psicologia clinica e promozione della salute: persona, relazioni familiari e di comunità |
Relatore: | Marina Dirce Egle Mombelli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 108 |
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