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Benessere, Equità e Tassazione: Implicazioni ed Interrelazioni

La progressività di una tassazione ottimale

Molte analisi della tassazione riguardano il problema della tassazione di un singolo rappresentante dei contribuenti, ma questa assunzione elude lo spinoso problema dei paragoni interpersonali riguardo il benessere. Quando l'assunzione di un rappresentante dei contribuenti è costretta a fronteggiare la realtà di individui eterogenei, trovare un sistema di tassazione ottimale diventa un'operazione assai più complessa. Come abbiamo detto prima, la soluzione per la tassazione ottimale di merci deve essere modificata per tenere conto dell'elasticità sopravvenuta delle merci e del peso sociale messo sulla redistribuzione del benessere attraverso il sistema fiscale. L'efficienza della produzione risulta non più necessariamente desiderabile.
Restringere l'attenzione sulla tassazione delle merci a varie aliquote è sicuramente una mossa inappropriata finchè i problemi redistributivi non vengono ammessi. D'altra parte, tasse sulle merci variabili alle circostanze e alle esigenze del compratore sono concepibili ma spesso impraticabili. La tassazione sui redditi personali, invece, risulta in modo abbastanza flessibile così che la l'aliquota di tassazione media può variare individualmente (anche se non senza costi) in modo che si possa permettere il perseguimento di scopi redistributivi.
Mirrlees iniziò il moderno dibattito su come una tassazione progressiva sul reddito debba essere strutturata. Nella sua formulazione, il governo cerca di massimizzare la funzione d'utilità sociale calcolata con criterio utilitaristico, e deve scegliere una tassazione sul reddito soggetta a progressività una volta che si verifichi un determinato ammontare di entrate. Una tassa progressiva sull'abilità, che, in teoria, non causa alcun costo d'efficienza, è esclusa a priori sul principio che l'abilità è impassibilmente osservabile e misurabile da parte del governo. Mirrless, inizialmente, studiò cosa caratterizza la tassazione ottimale del reddito per ogni insieme di assunzioni riguardo la funzione di benessere sociale, la distribuzione di dotazioni e le risposte comportamentali delle funzioni d'utilità. Mirrlees concluse che solo delle rarissime condizioni caratterizzano la struttura di tassazione ottimale, come il verificarsi che l'aliquota marginale di tassazione a tutti i livelli di reddito risulti tra lo zero e il 100 percento, e che nella maggior parte dei casi interessanti parte della popolazione sceglierebbe di non lavorare per niente. Chiaramente questi requisiti ci offrono una piccolissima guida concreta nella costruzione di un sistema di tassazione.
Ma un risultato di questa letteratura generale è sorprendente: l'aliquota marginale di tassazione al livello più alto di reddito dovrebbe essere precisamente zero. Questo è vero finchè è conosciuto un limite superiore alla distribuzione di reddito e finchè non ci sia alcun riguardo alla forma della funzione di benessere sociale, dato che il benessere degli individui che stanno meglio porta qualche peso positivo. Per vedere l'intuizione dietro questo risultato, bisogna considerare per primo un modello di tassazione sul reddito dove l'aliquota marginale applicabile al livello più alto osservato di reddito è positiva. Ora bisogna considerare un secondo modello di tassazione che è identico al primo eccetto che consente al lavoratore a più alto reddito di non pagare alcuna tassa su ogni eccesso di reddito oltre quello che avrebbe ottenuto sotto il primo modello di tassazione. Quando fronteggia il secondo modello di tassazione, questo lavoratore sta sicuramente meglio, lavora più ore e paga non meno tasse rispetto a quelle che sarebbero state pagate sotto il primo modello di tassazione. Tutti gli altri lavoratori sono almeno allo stesso livello di benessere. In altre parole, alzare la tassazione marginale in alto sopra lo zero distorce la decisione di offerta di lavoro di quello che ha il più alto reddito ma non consente al governo di ottenere alcuna entrata aggiuntiva.
Ad ogni modo, il risultato non implica in alcun modo che la tassazione marginale dovrebbe essere zero. Infatti, calcoli numerici di Mirrlees suggeriscono che zero "è una cattiva approssimazione all'aliquota di tassazione marginale".
Anche se Joe Slemrod sente che questo risultato non dovrebbe essere preso seriamente come guida pratica sulla politica di tassazione, esso provvede a qualche intuito alla questione spinosa della progressività di una tassazione ottimale. Esso evidenzia la possibilità che una funzione d'utilità sociale calcolata secondo il criterio utilitarista di Bentham, anche se fosse una che posiziona un forte peso del benessere sui poveri, non è necessariamente massimizzante attraverso l'imposizione di aliquote marginali di tassazione sui ricchi. Infatti, i poveri potrebbero stare solo peggio con un'aliquota marginale di tassazione non pari a zero alle cime più alte di reddito. Più generalmente, il povero potrebbe essere servito meglio da sistemi di tassazione che sono meno livellanti di quanto l'intuizione possa suggerire.

La letteratura economica non offre altri risultati completamente generali. In loro assenza, l'approccio è stato fare assunzioni specifiche riguardo gli elementi del modello e in qualche caso di limitare il sistema di tassazione della classe di reddito sotto studio e dopo calcolare i parametri per un sistema di tassazione ottimale. Questo approccio dovrebbe suggerire le caratteristiche della tassazione ottimale del reddito sotto ragionevoli assunzioni e investigare come queste caratteristiche dipendono dagli elementi del modello.
Mirrlees fu pioniere di questo approccio nel suo articolo del 1971. Assumendo una semplice funzione del benessere utilitaria, una distribuzione di abilità normale, e una identica funzione d'utilità di Cobb-Douglas di beni e servizi per ogni individuo, Mirrlees calcolò che la struttura di tassazione ottimale è, in modo approssimativo, lineare e ha aliquote marginali di tassazione che sono abbastanza basse rispetto agli standard correnti, di solito tra il 20 e il 30 percento e quasi sempre sotto il 40 percento.
In un lavoro seguente Mirrless studiò la sensibilità della tassazione ottimale del reddito rispetto ad assunzioni parametriche. Mirrlees mostrò che l'allargamento della distribuzione delle abilità necessarie a implicare aliquote di tassazione più alte fosse un'evenienza irrealistica. Atkinson esplorò gli effetti dell'aumento della funzione di benessere sociale egualitaria. Anche nel caso estremo della funzione del benessere sociale maximin di Rawls, dove il benessere sociale è giudicato solamente sulla base a quanto sta meglio l'individuo che sta peggio, il modello genera aliquote di tassazione ottimali non più alte del 50 percento dei casi. Infine, Stern suggerì che
Il grado di reattività dell'offerta di lavoro implicata dalla funzione d'utilità di Cobb Douglas è eccessiva e così porta esageratamente in alto i costi della progressività della tassazione. Egli affermò che quando una stima più ragionevole della reattività dell'offerta di lavoro è utilizzata (con un elasticità della sostituzione di 0,4 invece di una elasticità unitaria originaria della formulazione di Cobb-Douglas) il valore dell'aliquota ottimale di tassazione risulta sostanzialmente più alta, essa risulta del 54 percento in questo caso specifico, comparato al 20 o al 30 percento del caso di Cobb-Douglas.
In somma, modelli semplici di tassazione sul reddito ottimale non guardano necessariamente a strutture di tassazione progressive nette, anche se l'obiettivo della funzione mette un peso relativamente alto sul benessere degli individui che stanno peggio. Questa conclusione comunque dipende sull'elasticità del salario dell'offerta di lavoro. Elasticità basse, che implicano un costo marginale basso di redistribuzione del reddito attraverso il sistema fiscale, possono implicare una forte struttura di tassazione progressiva, inoltre la mancanza di consensi riguardo le elasticità preclude gli stessi consensi riguardo la progressività di una tassazione ottimale. Ancora, i modelli che sono stato applicati a questa questione sono stati molto stilizzati, per la maggior parte ignorando certi problemi come l'incertezza, la dinamica di fattori come lasciti ed eredità, evasione fiscale e arbitraggio fiscale. Per esempio, si consideri solamente modelli di tassazione lineare (con una aliquota marginale di tassazione) indubbiamente in questo caso si sacrifica una parte della flessibilità nella redistribuzione. Ad ogni modo, eliminando la struttura d'aliquota graduata, si va incontro a sostanziali semplificazioni del sistema fiscale, minimizzando gli incentivi a scegliere transazioni che muovano reddito dagli individui molto tassati a quelli meno tassati. Il tradeoff tra la flessibilità distributiva dei sistemi di tassazione graduati e i benefici di un'aliquota forfettaria sono ignorati nei modelli standard dove o viene assunta un'aliquota fiscale forfettaria o non viene considerato in alcun modo l'arbitraggio fiscale.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Benessere, Equità e Tassazione: Implicazioni ed Interrelazioni

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Informazioni tesi

  Autore: Gaetano Tufolo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Marina Colonna
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 90

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