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Intercultura e plurilinguismo: osservazioni condotte presso una scuola dell'infanzia

La progettualità interculturale nella scuola dell’infanzia

La ricerca e la progettualità in direzione interculturale che intendono andare incontro e dare espressione alle esigenze e alle voci della scuola dell’infanzia sono, o almeno dovrebbero essere, specchio di quell’interazione fondamentale tra approfondimento teorico e buone pratiche, che sola può garantire il permanere di modalità relazionali e pedagogiche adeguate. Nel caso dell’immigrazione e dell’entrata a scuola di bambini dai diversi paesi e culture d’origine, la scuola dell’infanzia è stata probabilmente l’ordine di scuola ad avere un impatto più ritardato con questo fenomeno migratorio e con i nuovi protagonisti del panorama scolastico, dal momento che nei primi anni dell’immigrazione erano tendenzialmente più numerosi i casi in cui ad entrare a scuola erano bambini con una biografia scolastica alle spalle, quindi bambini che entravano nella scuola primaria o nella secondaria di I e II grado. Solo negli ultimi anni si è assistito al processo inverso, per cui a popolare la scuola dell’infanzia sono sempre di più bambini che, nati in Italia, intraprendono qui il loro percorso scolastico dall’inizio: nell’a.s. 2010/2011, infatti, la percentuale di allievi nati in Italia su tutta la popolazione straniera frequentante la scuola dell’infanzia è del 78,3%. Da questo punto di vista, è possibile dedurre che, se da un lato la responsabilità formativa e pedagogica rimane comunque rilevante, dall’altro questo ordine di scuola ha a che fare più con bambini di “seconda generazione” che con bambini provenienti da un paese in cui sono nati e già vissuti per alcuni anni, il cui retroterra e i cui bisogni sono visibilmente diversi da quelli dei primi e vanno a condizionare fortemente la progettualità. In un ambiente in cui il legame con le figure genitoriali perde parte della sua esclusività e i rapporti interpersonali – tra compagni e tra insegnante e alunno – “vedono la luce” al di fuori del cerchio famigliare, è importante saper organizzare le modalità e gli spazi dell’incontro e saperli declinare con le tante piccole personalità “in erba” che li abitano, facendone “un luogo dapprima parallelo, poi complementare
e infine integrato nel modello educativo famigliare” (Favaro 2011: 173). Un ambiente attraversato dalla multiculturalità e da una pluralità in divenire, anche e soprattutto nel caso dei servizi per l’infanzia, “pone interrogativi nuovi in merito ai ruoli, alle forme e ai contenuti” (Bolognesi et al. 2006: 11) del progetto formativo. La classe pluriculturale e plurilingue interroga altresì sulla qualità delle relazioni che si sviluppano tra insegnanti e alunni stranieri, tra questi ultimi e i lori compagni, “senza dimenticare il terzo attore, i genitori italiani e stranieri” (Bettinelli 2007: 159).
Nel caso dei bambini più piccoli si tratta, in situazioni sia di forte che di debole presenza di alunni non italiani, di farsi responsabili del loro avvicinamento, dello sviluppo delle loro capacità relazionali e comunicative, affettive e sociali57, della scoperta di ciò che li rende uguali e insieme diversi, del porre le basi di un pensiero che si dimostri mano a mano aperto e flessibile e che sfugga a riferimenti monodirezionali. È l’attenzione alla relazione e all’osservazione reciproca a costituire il cuore di un atteggiamento di disponibilità e di apertura all’altro reale e può concretizzarsi in una “caccia al tesoro” che permetta di scovare da un lato ciò che accomuna, rende simili, fa sentire uniti e dall’altro ciò che permette di risaltare l’unicità e particolarità di ciascuno, in un gioco complicato di fili e di intrecci. In questo senso, la scuola dell’infanzia si pone come un servizio formativo ed educativo focale, perché è al suo interno che la personalità del bambino e il suo zainetto pieno di emozioni, attitudini e appartenenze vecchie e nuove intraprendono il viaggio dell’inclusione e dell’accettazione reciproca, nonché della scoperta di se stessi e delle proprie inclinazioni: è importante allora che, soprattutto per gli allievi stranieri, il percorso di scolarizzazione e di educazione ad una cittadinanza aperta e responsabile inizi e si sviluppi da qui. La responsabilità va anche alla famiglia immigrata, la quale è necessario comprenda, al di là della discontinuità che la scuola può eventualmente introdurre rispetto ai modi e ai tempi propri dello spazio domestico, i tratti positivi che la scelta di un supporto professionale implica.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Intercultura e plurilinguismo: osservazioni condotte presso una scuola dell'infanzia

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Informazioni tesi

  Autore: Elda Maria Di Giannatale
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingua e cultura italiane per stranieri
  Relatore: Rosa Pugliese
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 167

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