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Identità umana, storia, letteratura. Il rapporto docente-studente.

La prima lettura è un gioco, tutte le altre hanno un valore educativo

Prima degli anni Sessanta la lettura del romanzo nell'attività scolastica non era ancora uno strumento didattico, anche se sappiamo che questo genere di letteratura è nato nell'800. Penso di poter affermare che l'incentivo alla lettura di questi libri, - considerando che oggi li proponiamo anche per una capacità evasiva dell'immaginazione – fosse negato proprio per il valore anche ludico ad essi attribuito. Qualcosa sembrava dovesse cambiare negli anni '60, dove si cominciava a criticare la scarsità e l'arretratezza dei sussidi didattici, delle biblioteche scolastiche e si chiedeva l'integrazione di enciclopedie e strumenti bibliografici di consultazione per attività integrative. Non solo, anche la valutazione del contenuto assunse la sua importanza. Anche se in quegli anni i libri erano già defascistizzati nei tratti più evidenti, continuavano però, ad essere legati a stereotipi non più attuali (es. il padre padrone e la mamma angelo del focolare). I testi pertanto, oltre a quelli propriamente didattici ed i classici, come ad es. il libro Cuore, rimanevano con un contenuto moralizzante e disciplinante. Le piccole biblioteche di classe che in quel periodo cominciarono a diventare parte integrante della didattica erano una caratteristica allora originale e di fondamentale importanza. Era l'anno 1979 e dopo neanche un mese passato in una scuola in cui l'insegnante derideva i miei disegni, mi ritrovai in un'altra – per motivazioni familiari - nella quale la maestra aveva intuito l'importanza delle favole, e per le feste natalizie aveva acquistato di tasca propria piccoli libricini da regalare ai suoi alunni. Uno per uno andammo alla cattedra per ritirare quell'allora originale regalo che lei volle noi scegliessimo, intuendo anche l'importanza nascosta che sta nel “piacere” dello stimolo, che spinge alla lettura. Ed ecco apparire le due parole d'ordine: la favola e la scelta. Il mio stimolo allora, sarebbe dovuto diventare la favola del Soldatino di piombo. In realtà ricordo un po' anche la delusione di non trovare principesse incoronate o fanciulle da salvare e dover ripiegare su quell'immagine militare per di più senza una gamba. Trovai interesse per quella fiaba solo più avanti. Non c'era stimolo allora, per quanto lo avessi cercato su una copertina colorata. Oggi mi chiedo se l'editoria di fine anni '70 fosse avara con le bambine o se l'insegnante ci reputasse ancora comunque seconde al maschietto.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Identità umana, storia, letteratura. Il rapporto docente-studente.

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Informazioni tesi

  Autore: Tiziana Cristofari
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi Roma Tre
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze dell'Educazione
  Relatore: Lorenzo Cantatore
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 198

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