Immigrati e lavoro autonomo. Dinamiche di inserimento del lavoro indipendente straniero nella realtà territoriale Leccese: processo evolutivo e prospettive future

La presenza della componente straniera nella popolazione della nostra provincia, ha seguito lo stesso processo evolutivo che si è registrato in Italia negli ultimi trent’anni. Per cui, nel Salento, come nel resto del paese, l’arrivo dei migranti è cominciato negli anni ’70 quando, in particolare dal Marocco, sono iniziati i primi arrivi e le prime forme di stabilizzazione di residenti stranieri. Il fenomeno negli anni ’80 ha continuato ad intensificarsi vedendo l’arrivo di migranti, non più dalla sponda sud del Mediterraneo, ma dall’Asia con i Filippini e gli Sri-Lankesi e dall’Africa con gli arrivi dal Senegal in particolare.
Dagli anni ’80 in poi il fenomeno è stato sempre crescente e costante, ponendo alla società di arrivo problemi nuovi e inediti da affrontare, come l’accoglienza e l’integrazione in una realtà, quella salentina, che si andava delineando sempre più plurale e multiculturale. Un aspetto che si è evidenziato di più, a ridosso delle varie regolarizzazioni a partire dalla prima avvenuto con la legge 943/’86.
Alla fine degli anni’80 quindi, il nostro territorio, si configura come terra di transito verso altre destinazioni a maggiore attrazione occupazionale.
Gli anni ’90 hanno visto un’ulteriore aumento degli arrivi stranieri. A seguito dei cambiamenti politici susseguitesi dopo la caduta del muro di Berlino, dai paesi dell’est-Europa sono giunti nel Salento cittadini Albanesi in particolare, attraverso quello che è stato ribattezzato il “Grande esodo” .
E’ sul finire degli anni ’90 che, insieme alla sempre più crescente presenza della comunità cinese, inizia ad evidenziarsi il processo di stabilizzazione di altre, Marocchina e Albanese in primis[Perrone L., 2007, p. 51]. Gli anni 2000 vedono moltiplicarsi ulteriormente i paesi di provenienza dei cittadini stranieri, con l’arrivo dai paesi dell’est-Europa come la Polonia, la Romania, la Bulgaria e la Russia.