L'anno zero di Pol Pot. La rivoluzione cambogiana (1975-1979)

Da quanto abbiamo appreso finora, è evidente che il Potere Statale e i suoi apparati coercitivi esistono proprio perché le società sono integrate solo parzialmente dato che in esse si agitano potenti forze antisociali.
La politica palesa che i rapporti tra gli uomini sono spesso conflittuali e che, tuttavia, esiste un minimo di socievolezza che rende possibile la cooperazione.
La politica è il processo complessivo mediante il quale in una qualsiasi comunità umana si formano le decisioni imperative che la guidano.
Al risultato del fine comune si giunge attraverso la lotta, poiché l’umanità produce beni sempre inferiori ai suoi bisogni che sono illimitati..
Siccome le risorse sono sempre limitate, è chiaro che sorgono contese attorno alla distribuzione dei beni. Una società capace di soddisfare completamente tutti i bisogni umani sarebbe un universo armonico e integrato, quindi apolitico, cioè senza conflitti e senza coercizione.

L’allocazione politica, autoritativa, delle risorse, favorisce sempre una classe o un gruppo di classi, con il risultato che non tutti saranno soddisfatti della parte di beni ad essi assegnata. La stratificazione sociale è universale e divide la società in un ordine gerarchico basato sull’ammontare di potere, di prestigio e di ricchezza. Gli individui che salgono ai piani superiori della gerarchia sociale si barricano dietro i privilegi connessi al loro status acquisito e li trasmettono ai loro eredi.
Quindi la piramide sociale è caratterizzata dalla presenza di una o più classi dominanti e da una serie di classi subalterne che occupano i gradini inferiori della piramide sociale.
E’ per questo che la variabile significativa per analizzare la relazione tra le classi è il potere. L’insieme degli individui che occupano i ruoli gerarchicamente superiori sono anche quelli che detengono il potere. Le radici sociali del dominio di una classe sulle altre possono essere varie, e le classi dominanti delle società tradizionali sono state quasi sempre costituite da minoranze di guerrieri e di sacerdoti. Questo è dovuto al fatto che la vita collettiva delle società pre – industriali ruotava soprattutto – anche se non esclusivamente – attorno alla guerra e all’amministrazione del sacro. Coloro che si occupavano di queste attività salivano di conseguenza al top della piramide sociale. Il possesso dei mezzi di produzione era più una conseguenza che una causa della supremazia, quindi le radici del potere non derivano in primis dalla proprietà privata e dal possesso dei mezzi di produzione, come sostengono i marxisti.