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Il romanzo picaresco spagnolo nel XVI secolo. Un'analisi del ''Lazarillo de Tormes''

La picaresca e la realtà

Il carattere picaresco, nella società spagnola, si converte in un vero e proprio stile di vita. Si tratta di una vita volgare, nella quale non abbiamo tratti di eroismo o santità, una vita completamente capovolta. Il personaggio del picaro può sembrare tutto fuorché letterario: le sue peculiarità non derivano da una profonda meditazione o da un'ardua scelta. La vita di questo personaggio prosegue, in quasi tutti i casi in maniera negativa, partendo dalla sua situazione familiare poco stabile, fino ad arrivare a rimbalzare da un padrone ad un altro: apprende in questo modo la realtà ostile e negativa che lo circonda. Sia nella letteratura che nella realtà può trovare personaggi come il sacerdote avaro, il medico ignorante, la nobiltà avvelenata e così via. Per il picaro, insomma, non esiste vita tranquilla e stabile: sfrutterà molte volte anche le donne per alimentare i suoi vizi e le sue illusioni. Innanzitutto, bisogna pensare al fatto che la novela picaresca è in primo luogo, appunto, una novela. L'artista modella una narrazione che parte sempre dalla realtà e la riproduce artisticamente all'interno del romanzo, scegliendo un contenuto che non è mai stato presentato nella creazione letteraria tradizionale. La vita reale non è composta solamente da miracoli, presagi, relazioni dirette o quasi con le divinità o l'eroismo senza freni, ma è qualcosa di più: sono le difficoltà che si presentano in ogni momento, la monotonia della quotidianità e le pressioni che sentiamo da parte della città e delle persone con cui abbiamo a che fare. Non a caso, questo è quello che scopre pian piano il protagonista del Lazarillo de Tormes: vivere tutto questo in prima persona, consapevole del fatto che è direttamente influenzato da altre vite che sono all'infuori di lui. Si può tracciare una linea continua tra il mendicante e il picaro. I mendicanti di quell'epoca tendevano alla pronta evoluzione della propria vita, che desideravano tanto semplificare, vivendo grazie agli altri, a volte anche approfittandosene. Più tardi il picaro sarà mendicante, e questo si può vedere chiaramente nel Lazarillo mentre si trova a Toledo. A proposito, ci sono documenti relativi ai secoli XV e XVI che ci offrono un quadro sulle varie disposizioni che vennero istituite nella società spagnola per frenare o diminuire la mendicità e di conseguenza la picardía. La società che forma tutti gli individui, che li modella, contribuì in maniera determinante alla propagazione di questo tipo di picardía. Si tratta di un'epoca di intolleranza e di squilibri che dà alla luce un individuo particolare, un po' amorfo che sfrutta le mancanze del tempo. La picaresca, infatti, è nata in un periodo nella quale esisteva una rigida intolleranza religiosa praticamente imposta da una parte, e il dispotismo politico dei re assoluti dall'altra. A tutto ciò si aggiunge una società che non rispettava i propri diritti e doveri e che portò, di conseguenza, alla dilatazione di questo fenomeno della picardía che venne prima vissuta dalla società e poi narrata. Il picaro lotta quindi per la sopravvivenza, lotta per superare la fame e la povertà: sono questi i due aspetti che possono giustificare i suoi comportamenti. La sua povertà non gli permette di soddisfare le sue necessità primarie e per colpa di questa sua mancanza di denaro ha difficoltà a sfamarsi e di conseguenza è costretto a rubare o truffare il prossimo, andare all'avventura in cerca di fortuna, diventare un picaro a tutti gli effetti.

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Il romanzo picaresco spagnolo nel XVI secolo. Un'analisi del ''Lazarillo de Tormes''

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Informazioni tesi

  Autore: Calogero Vicari
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2019-20
  Università: Università degli Studi di Trieste
  Facoltà: Lingue e Letterature Straniere
  Corso: Lingue e letterature straniere
  Relatore: Giovanni Ferracuti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 48

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Parole chiave

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società
spagnolo
picaresco
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lazarillo
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