Progetto di una Passerella Ciclo - Pedonale sul Fiume Elsa e suo Inserimento Territoriale
La pianificazione del territorio: PTCP e Piano di Bacino
Anche in questo caso, l’approccio iniziale al progetto della pista ciclabile è stato la consultazione degli strumenti di pianificazione per un inquadramento generale dell’opera.
Riprendendo anche tutte le argomentazioni del cap. 1, si è esteso l’indagine conoscitiva preliminare a tutta l’area interessata dalla nuova pista ciclabile.
Dall’analisi del PTCP si osserva che anche tale area di studio ricade nelle due invarianti strutturali già indicate al par. 1.2:
• Un’ “Area Sensibile”, già vulnerata da fenomeni di esondazione e soggetta a rischio idraulico, regolamentata dall’art. 3 delle Norme di Attuazione del PTCP.
L’area di studio per la pista ciclabile è interamente compresa in questa invariante strutturale. Secondo l’articolo 3, la disciplina e gli interventi da perseguire nelle “aree sensibili” sono i seguenti:
1. “Mantenimento e miglioramento delle condizioni fisiche ed ambientali esistenti nelle aree naturalmente predisposte alla laminazione delle piene, individuando, se necessario, casse di espansione naturali”.
2. “Valorizzazione e intensificazione delle funzioni idrauliche svolte, con progetti di regimazione idraulica realizzati a scala di bacino. In base a tali progetti possono essere consentiti impianti ed attrezzature compatibili con le caratteristiche idrauliche delle zone”.
3. “Sono comunque ammessi gli interventi sul patrimonio edilizio esistente che non comportino aumento di volume e sono fatti salvi i servizi e le attrezzature di cui all’art. 24”.
L’art. 24 delle Norme di Attuazione definisce quali sono i servizi e le attrezzature di livello provinciale e/o regionale, in particolare al punto d) cita espressamente “i complessi sportivi e ricreativi urbani, al di sopra di una soglia di utenza stabilita dal piano di settore”.
In base a tutto questo, si deduce che all’interno di aree sensibili non ci sono “controindicazioni” alla realizzazione di impianti sportivi e/o ricreativi come appunto le piste ciclabili.
• Un “Ambito di Reperimento” per l’istituzione di un “Parco della Valdelsa”, regolamentato dall’art. 10 delle Norme di Attuazione del PTCP.
L’area di studio per la pista ciclabile, è in gran parte compresa anche in questa invariante strutturale: la zona che ne resta esclusa ricade nel territorio di Gambassi, ma si trova tutta direttamente a contatto con l’ambito di reperimento del parco, seguendo il corso del fiume.
L’art. 10 stabilisce che anche in questo caso “sono fatti salvi i servizi e le attrezzature di cui all’art. 24”, e che “fino all’istituzione del parco i Comuni consentono nuove edificazioni o trasformazioni urbanistiche solo se congruenti con le caratteristiche dell’ambito di reperimento del parco”.
In questo caso, trattandosi di un parco fluviale, l’ambito di reperimento è presumibilmente “caratterizzato da singolarità naturale ed ecologica”.
Anche in questo caso, si deduce che il progetto di una pista ciclabile si inserisce perfettamente all’interno di un ambito di reperimento per l’istituzione di un parco.
A tale proposito, sarebbe auspicabile, da parte del Comune di Gambassi, una precisazione del perimetro dell’ambito di reperimento, così come previsto al punto 3) dell’art. 10, in modo da far rientrare completamente all’interno di questa invariante strutturale anche quella zona marginale di cui si è precedentemente parlato.
Oltre alle due invarianti strutturali appena viste, l’area di studio della pista ciclabile attraversa un’area boschiva presso Casalsole e nel punto di attraversamento dell’Elsa.
Le “aree boschive e forestali” sono regolamentate dall’art. 17 del PTCT, il quale al punto 3) afferma espressamente che “i Comuni possono modificare i perimetri delle aree boschive e forestali in caso di realizzazione di parchi pubblici a carattere naturalistico o ricreativo”. Anche in tal senso si deduce che la pista ciclabile, inserita all’interno del “Parco della Valdelsa”, può tranquillamente essere realizzata attraverso le aree boschive presenti.
Dall’analisi del Piano di Bacino dell’Arno – Stralcio Rischio Idraulico, si può osservare (vedi anche par. 1.2.) che l’area di studio per la pista ciclabile ricade all’interno di aree regolamentate dal Piano di Bacino:
• “Aree di Pertinenza Fluviale”. La Norma n. 5 del Piano di Bacino afferma che tali aree “devono essere salvaguardate, in generale, per la mitigazione del rischio idraulico” ed “anche per la mitigazione di altri rischi, idrogeologici e ambientali”. “Gli enti e le autorità interessate, anche in forma coordinata, promuovono, nelle aree di pertinenza fluviale, la definizione di interventi e misure idonei a garantire il recupero, la salvaguardia e il miglioramento ambientale”.
Da qui si deduce quindi, che il progetto di una pista ciclabile inserita in un parco che comprenda al suo interno di aree di pertinenza fluviale, è pienamente ammissibile.
• “Aree Allagate”. Come si è già visto al par. 1.2., la Norma n. 6 stabilisce, in buona sostanza, che “le opere che comportano trasformazioni edilizie e urbanistiche, ricadenti nelle aree […] allagate, potranno essere realizzate a condizione che venga documentato […] il non incremento del rischio idraulico da esse determinabile”.
In tal senso, si è progettato l’attraversamento della pista ciclabile sull’Elsa in modo da non interferire minimamente con l’alveo e gli argini del fiume, tenendo le imposte della passerella ad un’altezza sul piano campagna, tale da garantire la sicurezza anche in caso di esondazione.
Questo brano è tratto dalla tesi:
Progetto di una Passerella Ciclo - Pedonale sul Fiume Elsa e suo Inserimento Territoriale
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Informazioni tesi
Autore: | Valerio Provvedi |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2003-04 |
Università: | Università degli Studi di Firenze |
Facoltà: | Ingegneria |
Corso: | Ingegneria Civile |
Relatore: | Salvatore Giacomo Morano |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 274 |
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