La Geopolitica della Finanza Islamica

L’ultimo elemento che ci rimane da affrontare nell’analisi dell’evoluzione della finanza islamica è quello della “alleanza” fra capitale e Shari’a, ovvero fra imprenditori ed Ulama. Questo punto, analizzato da Kahf (Kahf, 2004, pp.17-37), è decisamente interessante poiché confuta una delle opinioni più diffuse in Occidente sulla finanza islamica (soprattutto dopo l’11/9), in altre parole il suo legame con l’islamismo internazionale.

Alla nascita delle prime istituzioni finanziarie islamiche, si pose subito il problema di come garantire l’autentica aderenza ai principi musulmani dei prodotti di risparmio e investimento offerti. In diverse banche, nel corso del tempo, s’istituirono rapporti con Ulama molto influenti, con l’obiettivo di creare delle vere e proprie Shari’a Boards, organi di supervisione che devono garantire il rispetto dell’Islam nelle banche.

Qual è stato l’effetto di questa collaborazione sui due attori? Da una parte, le banche sono state legittimate ad agire con più facilità nella finanza islamica. Va ricordato, infatti, che l’intero settore compie oggi circa quaranta anni: nessuna banca può vantare una storia imprenditoriale che possa competere con quella delle grandi banche convenzionali; inoltre, la finanza islamica fu creata senza l’aiuto iniziale degli Ulama, che solo ex post dovettero legiferare su di essa e controllarla.

E’ ancora più chiaro, adesso, come ci fossero ragioni più economiche e sociali che teologico - normative dietro la nascita della finanza islamica. Il capitale, compreso quello islamico, cerca rimanere estraneo alla politica, poiché avverso al rischio. Di conseguenza, gli stessi imprenditori scelsero Ulama di grande fama, ma ben poco legati a regimi politici o all’islamismo internazionale. Per condurre affari, l’estremismo non serve. Gli islamisti, quindi, rimasero fuori dalla porta, anche quando appoggiarono inizialmente i progetti di creazione delle banche islamiche.

Dall’altra parte, diversi Ulama trovarono successo, risorse e legittimazione proprio nel rapporto con le banche islamiche. Lavorare con un istituto finanziario è cosa ben nuova per tutti loro. Anche il lavoro degli Ulama, quindi, servì come collegamento fra le nuove banche, i possibili clienti, e i governi. Il loro status, di conseguenza, crebbe notevolmente, e avvicinò molti di loro a posizioni più moderate, che tenessero in considerazione anche la nascita di una nuova borghesia nei paesi musulmani. Si può notare come quindi l’evoluzione storica della finanza islamica contribuì a tanti sviluppi, nei paesi musulmani. Di certo, l’islamismo internazionale non è fra questi sviluppi.