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La normativa comunitaria sul trasferimento d’impresa e l’apporto interpretativo della Corte di giustizia

La nozione di “cessione contrattuale” e le diverse ipotesi traslative

Nel definire il proprio ambito di applicazione, la direttiva comunitaria sul trasferimento d’impresa, fin dalla sua versione primigenia del 1977, individua quali strumenti giuridici idonei a configurare la vicenda circolatoria la “cessione contrattuale” e la “fusione” (art. 1, Direttive nn. 77/187; 98/59 e 2001/23).
Per quanto riguarda la nozione di “cessione contrattuale”, il raffronto delle varie versioni linguistiche della direttiva di cui trattasi mette in luce divergenze terminologiche e sostanziali tra gli ordinamenti nazionali tali da rendere inopportuna ed inidonea un’interpretazione letterale della nozione medesima. Per questo motivo la Corte di Giustizia, liberandosi da ogni “vincolo di carattere linguistico-testuale”, ne ha fornito una lettura sufficientemente elastica, volta a soddisfare la ratio della disciplina in esame che è quella di tutelare i lavoratori subordinati in caso di trasferimento della loro impresa. È così che il significato della suddetta espressione è stato gradualmente dilatato in maniera significativa, fino al punto di ricomprendervi “tutti i casi di cambiamento, nell’ambito di rapporti contrattuali, della persona fisica o giuridica responsabile dell’esercizio dell’impresa, che assume le obbligazioni del datore di lavoro nei confronti dei dipendenti dell’impresa stessa”, “indipendentemente dallo strumento giuridico utilizzato per ottenere tale mutamento”.
L’opera di ampliamento della predetta espressione ha avuto inizio con la sentenza Ny Molle Kro, in cui la Corte ha riscontrato gli estremi della fattispecie traslativa di cui alla direttiva sopra citata in una situazione in cui il proprietario di un’impresa locata (albergo) ne aveva riassunto la gestione in seguito a risoluzione del contratto di locazione per inadempimento da parte del conduttore-gestore. La disciplina in esame deve, dunque, ritenersi applicabile non solo ai trasferimenti d’impresa attuati mediante classico contratto di compravendita, ma anche nei casi in cui il cambiamento del titolare dell’impresa medesima non sia determinato da un titolo traslativo della proprietà, come appunto nelle ipotesi di affitto d’azienda, ancorché “di ritorno”. In altri termini “è irrilevante, ai fini della sussistenza di un trasferimento dovuto a cessione contrattuale, l’effettivo subingresso nella proprietà dei beni costitutivi”. Infatti, secondo la precisazione dei giudici del Lussemburgo, “i dipendenti dell’impresa che cambia imprenditore, senza che vi sia un trasferimento di proprietà, si trovano in situazione analoga a quella dei dipendenti dell’impresa venduta e hanno quindi bisogno di una tutela equivalente”.
Considerazioni analoghe sono state ribadite nella successiva pronuncia Berg e Busschers, in occasione della quale si è ravvisato trasferimento d’impresa anche nell’ipotesi di cessione dovuta ad un contratto di locazione-vendita, come quello disciplinato dal diritto olandese.
Nel caso di specie i giudici comunitari, sfidando il senso proprio delle parole, sono addirittura giunti a riconoscere la sussistenza di una “cessione contrattuale” dove contratto proprio non c’è, vale a dire nei trasferimenti coattivi, così definiti in quanto non riconducibili a qualsivoglia attività o sistema negoziale, ma che si realizzano per effetto di un atto autoritativo della pubblica amministrazione o di un provvedimento giudiziario. È dunque a cominciare dal citato caso Berg che sono stati inclusi nell’alveo di operatività della direttiva comunitaria non solo i trasferimenti che trovano il loro titolo giuridico in un atto negoziale di cessione o di fusione, ma anche quelli che hanno luogo da un atto non negoziale.

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La normativa comunitaria sul trasferimento d’impresa e l’apporto interpretativo della Corte di giustizia

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Informazioni tesi

  Autore: Maria Tuttobene
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze delle pubbliche amministrazioni
  Relatore: Mariapaola Aimo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 231

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