Architettura funeraria nel territorio vetuloniese. Tipologie tombali tra VII e VI secolo a.C.
La necropoli di Val Berretta
La necropoli è situata a circa 6 km da Castiglione della Pescaia, lungo la S.S. n. 322 delle Collacchie in direzione Follonica. Si tratta di una vasta area che si sviluppa sulla dorsale dei Poggi Furia e Quercetone in direzione Sud-Ovest per circa un chilometro e mezzo e si apre nel Pian di Rocca, a due chilometri e mezzo dall’attuale linea di costa.
Le emergenze archeologiche sono disposte a gruppi su una superficie di circa otto ettari, su entrambe le rive del fosso di Val Beretta: in genere sono piccoli tumuli, alcuni dei quali conservano il circolo perimetrale ed il cui diametro varia da 8 metri ad un massimo di 20 metri.
Un primo raggruppamento di sepolture, ora distrutto dalla vecchia strada poderale, era posizionato all’inizio della valle, sul versante Sud-Est, disposto su due file; tracce di altre venti strutture, sommerse dai detriti fluviali, s’incontravano nell’area delimitata dal Fosso della Fonte e dal Fosso Tavernelle (affluenti del Fosso di Val Berretta). Sul versante opposto, dove sono ancora visitabili i tumuli 1, 2, 3, la necropoli è stata danneggiata maggiormente dalle intense coltivazioni e dal dilavamento del terreno. In posizione totalmente isolata, sulla propaggine Ovest di Poggio Furia sorge il tumulo 9.
Indizi di altre tombe (lastre calcaree e conci di arenaria) si incontravano, sparse sul terreno, in tutta la valle e nei campi circostanti, così come sul poggio dove aveva sede l’abitato. La cella è di norma quadrata o rettangolare, parzialmente infossata per livellare la pendenza naturale del terreno e coperta a falsa volta; l’alzato è costituito da conci di arenaria e calcare e viene sostenuto all’esterno da un ammasso di pietrame. Il dromos, talvolta lastricato, non sempre in asse con la camera, è rivestito di muri a secco o di lastre di calcare, di lunghezza variabile e costituisce l’accesso alle sepolture; talvolta termina con un breve tratto architravato davanti al lastrone di chiusura.
Nessuna delle tombe conserva la copertura a falsa volta aggettante senza pennacchi angolari, a causa sia di violazioni avvenute in tempi antichi e recenti, sia di demolizioni effettuate per le attività agricole. Rimane da segnalare il ritrovamento di una sola tomba a fossa nell’intera necropoli (n. 14). Le campagne di scavo e di recupero dei materiali nella necropoli di Val Berretta furono condotte da Curri per conto della Soprintendenza Archeologica della Toscana dal 1971 al 1975 e portarono in luce 80 sepolture relativamente ben conservate.
I rilievi aerofotografici e le tracce di altre tombe mostrano come in realtà la necropoli originaria contasse un centinaio di tumuli54 e potesse essere in relazione con un abitato. La presenza di un insediamento, situato sopra un poggio di forma allungata nella parte superiore di Val Berretta, fra il Fosso di Val Berretta e il Fosso della Fonte, è testimoniata dal ritrovamento di frammenti di tegole a pasta rosata, di ceramica di impasto, di argilla figulina acroma e di scorie ferrifere, nonché dalla presenza di un antico tracciato stradale, ora interrotto da una cava di pietra arenaria. Ai resti di insediamento va probabilmente associata l’identificazione della piazzola di una fonderia sul fianco meridionale del poggio.
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Architettura funeraria nel territorio vetuloniese. Tipologie tombali tra VII e VI secolo a.C.
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Informazioni tesi
Autore: | Marcella Boglione |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Firenze |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lettere |
Relatore: | Luigi Donati |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 139 |
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