IKEA of SWEDEN: un modello d'impresa per il design contemporaneo.

Sorprendente davvero il fatto che si possa individuare una nascita della casa privata. Il “privato” appare per noi una condizione così naturale da indurci a credere che sia sempre esistita. Il diritto a possedere uno spazio per sé sembra così primario da essere addirittura protetto dalla legge che parla di “violazione di domicilio” per coloro che vi accedono al di fuori della nostra volontà. Considerando il significato della parola essere privo sorprende anche che lo spazio del sé, che si intende come ricco, pieno del senso della persona, prenda il nome da una mancanza.

Cosa manca nel privato? Evidentemente lo sguardo dell’altro, il collettivo, il fragore del pubblico. La parola racchiude dunque un segreto, i segni di una storia, le tracce di una sottrazione, come se il terreno del sé fosse stato separato da altri spazi e con fatica conquistato. Effettivamente è accaduto proprio questo: se la casa è sempre esistita come rifugio o alloggio ad accompagnare la storia dell’uomo, quel tipo particolare di spazio, privato del pubblico, specializzato per funzioni nasce a un certo punto della storia. Alla fine del Medioevo, la casa è una sorta di spazio indifferenziato abitato in modo promiscuo e sostanzialmente privo di mobili, con qualche eccezione per le grandi famiglie. E’ la chiesa che raccoglie gli elementi e le cose personali, i ricordi, gli ex voto, i segni del passaggio umano sulla terra.
Nel 1800 invece la casa la casa si presenta zeppa e intasata di mobili, arredi e oggetti personali di ogni tipo. Non c’e’ un buco vuoto nella casa ottocentesca borghese, la persona è circondata da un incredibile numero di soprammobili, vetrine chiuse a custodire ogni cosa, tendaggi, coperte e ricopertura di ogni tipo. Un nuovo potere viene attribuito all’oggetto, nuovi significati al suo possesso. Si assiste, nell’intermezzo di questi secoli, alla formazione di un diverso modo di abitare che assume e rende visibili una serie di mutamenti più generali.

Nella società si passa a una nuova distribuzione di poteri: le monarchie assolute e, in seguito, la progressiva formazione degli stati moderni. Con la metà del Seicento si assiste al fenomeno del grande internamento, primo segno del costituirsi della società panottica che mette ordine nel mondo promiscuo medievale e rinascimentale. Nascono le istituzioni sempre più specializzate: carcere, manicomio, collegi, ospedali, ect. Per ciò che riguarda il soggetto e la casa, si assiste a una diversa articolazione dei comportamenti anche questi via via individuati e separati, con l’educazione e le “buone maniere”, a costituire un nuovo senso di sé, un nuovo intorno dalla persona fisica che si traduce nello spazio. Le figure della donna e del bambino iniziano a occupare posti diversi nel gruppo, nella famiglia e nella casa. E’ in questo periodo che ciò che riguarda la persona singola e che, (anche nel nome particulier in francese e particolare in italiano) veniva considerato particolare, diventa privato. Parola che segnala non tanto la soggettività, ma la separazione dallo sguardo degli altri. In questi secoli infatti si assiste a una progressiva reclusione del sé che anche la parola manifesta e la casa diventa una sorta di luogo di internamento, o forse riparo e rifugio dalla persona. fino alla fine del Medioevo ogni soggetto è inquadrato in una sociabilità collettiva e comunitaria […].