L'educazione interculturale attraverso la fiaba

Per affrontare il tema delle fiabe occorre parlare di narrazione.
La narrazione è un topos culturale presente in ogni popolo ed in ogni tempo. La narrazione si basa su due elementi importanti: la memoria e la voce.
La memoria è il supporto psichico rispetto al quale la narrazione prenderà forma.
Ai giorni nostri, il ruolo della memoria è parzialmente decaduto a livello di senso comune, la memoria era spesso associata all’intelligenza e alla capacità di apprendere.
La voce è il supporto tecnico della narrazione attraverso cui il narratore porge il suo racconto. La voce è da intendersi infatti anche come modalità con cui il narratore narra. Il narratore viene considerato come un custode della tradizione che, dalla tradizione attinge una serie di elementi per poi riproporli all’uditorio nel modo più opportuno.
La narrazione è di per sé un’operazione interculturale, perché ogni storia che noi costruiamo o inventiamo è un intreccio di altri storie e racconti.
Ogni narratore che ha famigliarità con il piacere di raccontare e di raccogliere storie, è già di per sé interculturalista.
La prospettiva interculturale è riconducibile al paradigma narrativo, che è il modello teorico che permette di studiare, di capire, di attuare e di promuovere percorsi interculturali. Si arriva così alla definizione di pedagogia interculturale come convivenza, rimescolamento e invenzione di storie.
Convivenza come possibilità che tutte le storie possano tra loro convivere, essere ascoltate, accettate e rispettate.
Rimescolamento perché non ci si muove in una prospettiva interculturale, ma multiculturale, di semplice compresenza di storie diverse senza che esse interagiscano tra loro.
La pedagogia interculturale è un approccio che intende promuovere interazioni e confronti tra storie e cultura diverse, che intende promuovere la messa in comune e l’ibridazione delle storie. Essa ha a che fare con una sorta di istinto, è un atteggiamento mentale per certi aspetti istintivo perché l’attività narrativa appartiene alla specie umana.
La narrazione di per sé è una rappresentazione del mondo interno ed esterno.
Se la narrazione è importante per tutti lo è particolarmente per il bambino straniero che spesso si trova a vivere delle crisi interpretative. La crisi interpretativa si verifica quando non si riescono più ad interpretare gli eventi e le persone.
Gli stranieri sono soggetti a tale crisi, in particolare i bambini, che non hanno ancora uno schema interpretativo forte; il bambino finisce per non riconoscersi più nella storia, non si sente più soggetto, laddove essere soggetto significa dare senso, interpretare.
Il compito dell’educatore non è dare un’identità al bambino ma aiutarlo, attraverso la narrazione ad interpretare.